Palermo

Stupro di gruppo a Palermo, la difesa degli imputati, “Rapporto consensuale”

Durante l’udienza del processo per stupro di gruppo, avvenuto il 7 luglio 2023 al Foro Italico di Palermo, gli avvocati di tre dei sei imputati maggiorenni hanno presentato la loro versione dei fatti. Secondo la difesa, la diciannovenne, oggi ventenne, non sarebbe stata vittima di violenza, ma avrebbe consensualmente partecipato a un rapporto di gruppo. I legali Giuseppe Farina, Carmelo Adamo e Leonardo Lo Presti, rappresentanti rispettivamente di Christian Maronia, Elio Arnao e Angelo Flores, hanno sostenuto che la ragazza avrebbe “stuzzicato” i ragazzi, provocatoli e condottoli nel cantiere abbandonato. L’accusa di stupro sarebbe quindi frutto della sua fragilità psicologica e di una personalità “eccessiva”, che la renderebbero inaffidabile.

Le prove presentate dalla difesa

La difesa ha basato la propria ricostruzione su prove raccolte durante le indagini difensive. Secondo questa versione, la ragazza avrebbe organizzato l’incontro e gradito le avance, guidando il gruppo verso il luogo isolato. Avrebbe persino chiesto di percorrere una strada più lunga per evitare di essere vista dal fidanzato. A supporto di questa tesi, i legali hanno citato le testimonianze “non proprio lusinghiere” dell’amica e del datore di lavoro del fidanzato della ragazza. Hanno inoltre menzionato un video girato alla Vucciria, che mostrerebbe la giovane offrire da bere ai sette ragazzi e mostrare loro scene “scabrose” sul proprio cellulare.

Messaggi e telefonate al centro del dibattimento

Un altro elemento al centro del dibattimento è una telefonata di 29 secondi ricevuta dalla ragazza all’1:04, mentre dal suo cellulare, intorno alle 2:00, sarebbero partiti due messaggi a un amico. Il primo messaggio, contenente errori di battitura, recitava “non posso più”, mentre il secondo, inviato subito dopo, riportava la stessa frase correttamente scritta. Secondo la difesa, questi messaggi dimostrerebbero il consenso della ragazza. Accusa e parte civile hanno replicato che il cellulare potrebbe essere stato usato da uno degli aggressori.

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La perizia psicologica e le precedenti violenze subite

La difesa ha inoltre fatto riferimento a una perizia psicologica, secondo la quale la ragazza sarebbe stata “consapevole di quanto sarebbe accaduto e consenziente”. La perizia descrive la giovane come “molto controllata emotivamente, impassibile”, ma anche con “tendenza all’auto-sabotaggio, all’auto-distruttività e all’impulsività”, che la porterebbero a mettersi “in situazioni di estremo pericolo”. È stato inoltre menzionato il fatto che la ragazza avrebbe subito altre violenze in passato, alcune non denunciate, elemento che, secondo la difesa, ne minerebbe l’attendibilità. Dopo l’udienza della prossima settimana, l’avvocato Carlo Garofalo, che rappresenta la vittima, e le altre parti civili potrebbero avere la possibilità di controreplicare. Il verdetto è atteso entro novembre. La procura ha richiesto dodici anni di carcere per cinque degli imputati e dieci anni e otto mesi per il sesto. Un minore coinvolto è già stato condannato a otto anni e otto mesi.

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