Nuova indagine stavolta per revenge porn e violenza privata per la vittima che a luglio dell’anno scorso, aveva subito uno stupro da parte di sette ragazzi in un cantiere abbandonato del Foro Italico.
L’indagine d’ufficio è scattata nei confronti dell’ultimo ex fidanzato accusato di avere condiviso foto e video dei loro rapporti sessuali – che avevano registrato nel corso dei mesi trascorsi assieme – senza il suo consenso allo scopo di umiliarla agli occhi del nuovo compagno.
Alla procuratrice aggiunta Laura Vaccaro, la vittima avrebbe raccontato che il suo attuale ragazzo avrebbe ricevuto sul cellulare alcuni filmati che lei avrebbe realizzato nei momenti di intimità durante la precedenza relazione, peraltro terminata in maniera turbolenta.
Immagini che dovevano rimanere all’interno della coppia e che, in nessun modo, potevano essere divulgate.
Si tratta solo dell’ultima di una serie di denunce che, negli ultimi due anni, hanno visto la ventenne come protagonista. Da una di queste, infatti, era nato il processo in abbreviato che vede imputato un cugino che avrebbe abusato di lei nel giugno del 2022 nella pizzeria dove lei lavorava. Secondo la testimonianza, G.P. le avrebbe fatto prima sniffare della cocaina e poi l’avrebbe palpeggiata.
L’uomo, invece, ha sempre proposto una versione diversa negando di aver avuto rapporti sessuali con la cugina. Nel suo drammatico resoconto aveva spiegato che era stata la zia a chiedergli di farla lavorare nel suo locale per sottrarla ai giri poco raccomandabili che frequentava. G. P. ha sostenuto che sarebbe stata lei, dopo avere bevuto la birra, a cercare di baciarlo e che lui avrebbe rifiutato le avances, anzi l’avrebbe riaccompagnata a Ballarò, nella casa dove conviveva con il fidanzato dell’epoca. Secondo l’imputato, la ragazza l’avrebbe denunciato proprio per calmare l’ex compagno molto geloso che si sarebbe infuriato perché era rientrata a casa troppo tardi. La Procura ha chiesto 5 anni di carcere per il cinquantenne: la sentenza dovrebbe essere pronunciata il 5 ottobre.
Ma la ragazza aveva descritto anche un terzo caso di violenza in cui sarebbe stata coinvolta davanti al teatro Politeama. Durante la drammatica testimonianza sullo stupro di gruppo, agli investigatori aveva rivelato di essere riuscita a evitare un precedente abuso, spruzzando dello spray al peperoncino contro il suo aggressore: dalle sue parole era nato un procedimento penale d’ufficio a carico di un minorenne. Cioè della persona che, con la mamma, l’avevano aggredita a Pasquetta tra i vicoli di Ballarò.
Tornata in città sei mesi dopo la violenza, aveva incontrato il ragazzino e la madre di quest’ultimo che le avrebbero puntato un coltello per costringerla a seguirli nella loro casa, un’intimidazione per obbligarla a ritrattare la precedente denuncia per abusi che aveva presentato nei confronti del giovane che non aveva ancora compiuto 18 anni all’epoca dei fatti. Per entrambi era stato aperto un procedimento per violenza privata.