In via Filippone a Palermo, tra un dedalo di viuzze dove la sopravvivenza è spesso difficile, c’è una struttura che sostiene i poveri del quartiere e nel pomeriggio accoglie con merenda e doposcuola i bambini, molti dei quali extra-comunitari. E’ l’Associazione di Volontariato Madre Serafina Farolfi.
Un posto accogliente dove ricevere aiuto e dove molti indigenti vanno a bussare: c’è chi chiede la bombola del gas per potersi scaldare o cucinare, il latte per i neonati, i pannolini, le medicine.
I volontari ricevono il cibo dal banco alimentare, ma non basta mai, devono contare sulla propria generosità e su qualche benefattore.
Adesso la struttura, di proprietà del Comune che nel 2000 ha dato i locali in gestione ad una volontaria, Aurora Amodio Mangano, è preda di raid vandalici e furti di ogni tipo. Solo negli ultimi 15 giorni, i ladri hanno ‘visitato’ gli ambienti tre volte, rovistando e rubando quanto potevano. Sono spariti i frigoriferi, la cucina della struttura, la nutella dei bambini, molti altri alimenti.
Aurora Amodio Mangano è disperata: “Cosa vogliono questi ladri? – denuncia a BlogSicilia – noi siamo attoniti. E’ una lotta poveri contro poveri. Ciò che portano via lo tolgono ai più bisognosi, senza frigo come facciamo adesso? Il Banco alimentare ci dà il formaggio ma adesso non sappiamo dove conservarlo. Faccio un appello ai ladri: che mi restituiscano almeno la cucina, non abbiamo i soldi per ricomprarla. Hanno rotto pure il cancello, bisogna chiamare il fabbro, ma non sappiamo come pagarlo”.
L’associazione è frequentata quotidianamente da 70 a 90 bambini. Di loro si occupano i volontari, ma tutti i loro sforzi sono una goccia nel mare dell’indigenza. Lo racconta la volontaria, che si sente abbandonata dalle istituzioni.
“Sono 16 anni che siamo qui – tuona – e dalle istituzioni nessun segnale. Il sindaco Orlando è stato invitato mille volte e non si è mai fatto vedere. Per noi non ci sono fondi, né progetti. Non abbiamo niente“.
Da qui la provocazione: “Il sindaco venga ad assumersi le sue responsabilità, ripeto che la struttura è del Comune. Se il volontariato deve essere lasciato allo sbaraglio allora ci mandino a casa, ma è pur vero che tutti questi bambini non si possono lasciare per strada”.
Infine un accorato sos all’assessore Agnese Ciulla: “Quando i servizi sociali ci mandano i poveri noi li accogliamo a braccia aperte. Voi dovete farvi carico di questa associazione, noi volontari da soli non possiamo più continuare“.