“A cinquant’anni dalla strage di Montagna Longa, il mio pensiero va ai familiari delle vittime, ancora in cerca della verità. Sui tanti aspetti controversi legati alla causa di uno dei disastri aerei più gravi in Europa, nel quale morirono 108 persone e i sette membri d’equipaggio del volo diretto a Palermo, è infatti calato un silenzio definitivo che non potrà dare pace agli orfani, alle vedove, a chi ha perso un proprio caro. A loro e alla memoria delle vittime, in questo triste anniversario, l’omaggio mio personale e del governo regionale”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
Le 115 vittime erano a bordo del volo Alitalia 112 fra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e l’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, operato da un DC-8 dell’Alitalia che il 5 maggio 1972 si schiantò in fase di atterraggio contro la Montagna Longa tra il territorio di Cinisi ed il territorio di Carini, in provincia di Palermo, nei pressi dell’Aeroporto di Palermo-Punta Raisi. Nessuno si salvò. La tragedia rappresentò per lungo tempo il più grave incidente dell’aviazione civile italiana sino al Disastro aereo di Linate e presenta aspetti controversi o non sufficientemente chiariti.
Uno spazio urbano tra via Ugo La Malfa e via Giovanni Spadolini, a Palermo, intitolato alle vittime. Dopo mezzo secolo, e il necessario iter burocratico che si è snellito negli ultimi mesi, ieri è stato intitolato alle “Vittime di Montagna Longa 5/5/72” questo spazio urbano. Grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale, alle autorizzazioni della sovraintendenza ai Beni culturali, della prefettura e della “Storia Patria”, alla volontà e a una raccolta privata di fondi di alcuni parenti, finalmente vengono ricordate ufficialmente le 115 vittime della tragedia.
Nel processo, che si concluse nel 1984, i giudici attribuirono la responsabilità della strage ai piloti ma le cause della sciagura non sono mai state chiarite anche se l’ipotesi del sabotaggio, nell’autunno del 1977, fu indicata dal vicequestore di Trapani Giuseppe Peri nel suo rapporto che collocava il tragico avvenimento in un quadro più complesso di destabilizzazione e terrorismo, una strage voluta da quelle stesse forze terroristico-eversive che, in quegli stessi anni, stringevano un patto d’alleanza con la mafia trapanese.
Lo scorso novembre il docente di “Aerodinamica e dinamica dei fluidi” dell’Università di Palermo, Rosario Ardito Marretta, nel suo libro “Unconventional Aeronautical Investigatory Methods The Case of Alitalia Flight AZ 112” pubblicato da “Cambridge Scholars Publishing”, attraverso prove di laboratorio e l’utilizzo di modelli matematici che mezzo secolo fa non potevano trovare applicazione per la complessità dei calcoli e oggi resi possibili dall’utilizzo di computer di ultima generazione, evidenzia come una micro carica posta, in un incavo dell’ala, avrebbe potuto creare uno squarcio con perdita di carburante e relativo incendio e riapre, sulla base di certezze scientifiche, la pista dell’attentato come causale della strage.