Sono passati 38 anni dalla strage di Ustica. Erano le ore 20.59 e 45 secondi del 27 giugno 1980, quando il Dc-9 I-Tigi Itavia, in volo da Bologna a Palermo con il nominativo radio IH870, scomparve dagli schermi del radar del centro di controllo aereo di Roma.
L’aereo era precipitato nel mar Tirreno, in acque internazionali, tra le isole di Ponza e Ustica. All’alba del 28 giugno vennero trovati i primi corpi delle vittime. Non ci furono superstiti: persero la vita 81 persone: tutti i 77 passeggeri, tra cui 11 bambini e quattro membri dell’equipaggio.
“Mi auguro che si riesca ancora a procedere nel cammino di verità, favorendo anche la collaborazione di istituzioni di Paesi alleati e amici, con i quali condividiamo i valori più profondi di umanità e di civiltà”. Lo dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio per l’anniversario della tragedia di Ustica in cui esprime vicinanza alle famiglie delle vittime.
“L’assenza di una verità giudiziaria certa sulla strage di Ustica, se non quella che pezzi dello Stato furono attivi nel nascondere la verità dei fatti e quella storica, è una macchia nella storia italiana. Una macchia solo in parte sbiadita dal lavoro certosino ed encomiabile fatto da alcuni magistrati e inquirenti, sempre sostenuti e incoraggiati dalle famiglie delle vittime. A 38 anni da quella data tragica che ha colpito tutta Italia, il Comune di Palermo è sempre vicino ai familiari, perché la loro richiesta di verità e giustizia è una richiesta di democrazia e trasparenza che riguarda tutti noi”.
Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in occasione del 38° anniversario della strage di Ustica, ricordandone le 81 vittime.
“Crediamo ancora che sia possibile la piena verità sulla Strage di Ustica e dare in ogni modo sostegno all’impegno della Magistratura”. E’ l’appello lanciato nel suo intervento in Comune a Bologna da Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica.
Un appello rivolto, in particolare, al Governo appena insediato, “per operare con determinazione sia livello
internazionale, per ottenere risposte adeguate alle rogatorie, sia sul piano interno per una puntuale attuazione della
direttiva Renzi che deve permettere effettivamente di rendere pubblica tutta la documentazione delle amministrazioni dello
Stato sulle stragi”.
A questo riguardo ha, tra l’altro, chiesto direttamente a Matteo Piantedosi, fino a pochi giorni fa prefetto di Bologna,
nuovo capo gabinetto di Salvini “di affrontare, dalla sua nuova posizione, la questione non irrilevante di totale mancanza di documentazione proveniente dalla Prefettura di Bologna”.
“Il susseguirsi di sentenze civili definitive – ha sottolineato Bonfietti – che facendo propria la ricostruzione sulle cause dell’evento formulata dal giudice Priore e cioè che il dc9 è stato abbattuto, riconoscono la colpevolezza dei
Ministeri dei Trasporti e della Difesa, il primo per non aver garantito la sicurezza del volo e il secondo per avere ostacolato in ogni modo l’accertamento della verità”.
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