Palermo

Strage di Altavilla, Sabrina Fina ‘Noi innocenti siamo stati rinchiusi da Barreca in una stanza’

“Non ho fatto nulla alla figlia di Barreca. La ragazza è stata sempre tra le mie braccia e quelle di mio marito e le abbiamo dato supporto e amore. Il padre Giovanni Barreca ha chiuso noi tutti dentro casa mettendo un tavolo rotondo davanti la porta e un catenaccio nel cancello esterno che poi lui stesso ha rotto con un martello”.

Si difende Sabrina Fina

Penso che più di dare supporto a dei bambini a cui mancava l’affetto non potevamo fare, sia io che mio marito. Noi fondamentalmente ci trovavamo là, io e Massimo per dare amore a questi tre ragazzi”.  Sono le dichiarazioni spontanee che sono state dette da Sabrina Fina al tribunale per i minorenni davanti alla procuratrice Claudia Caramanna. Sabrina Fina insieme al marito Massimo Carandente è accusata di aver avuto un ruolo nella strage di Altavilla, commessa, secondo le accuse, da Giuseppe Barreca costata la vita alla moglie di Barreca, Antonella Salamone e a due dei suoi figli, Kevin ed Emanuel, torturati e uccisi in quello che è stato ribattezzato il “rituale di purificazione dal demonio“.

“Kevin voleva addirittura lasciare la scuola e io invece gli dissi che era importante continuare – ha aggiunto la donna – Oggi non voglio rispondere perché il mio avvocato non ha il quadro accusatorio completo e quando l’avrà sarò io stessa a chiedere un nuovo interrogatorio. Per quello che è successo in quei giorni non ho altro da dire. Parlerò quando avrò cognizione piena del quadro accusatorio a mio carico”.

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Contesta tutte le accuse

“Io contesto integralmente i fatti che mi vengono addossati perché io non li ho commessi, né sono una persona manipolatrice, violenta, anaffettiva e palesemente concentrata su demoni, ma sono solo una mamma “chioccia” e ho un bellissimo rapporto con il mio ex marito e mia figlia; i fatti sono stati commessi da Giovanni Barreca che ha manipolato il figlio sedicenne Kevin. Io e mio marito abbiamo solo cercato di impedire queste azioni terribili, cercando di proteggere i due ragazzi ma ci è stato impedito con minacce e chiudendoci dentro casa; io e mio marito siamo stati chiusi in soggiorno e Barreca ha messo davanti alla porta un tavolo sicché non ci era possibile far nulla; questa linea difensiva la farò valere con il mio difensore nelle sedi opportune con i necessari approfondimenti di diversi altri dettagli”.

Lo ha ribadito Sabrina Fina nel corso delle dichiarazioni spontanee rese al tribunale per i minorenni.  “Preciso che mi sono convertita da poco alla religione evangelica sicché non sono esperta di fede e delle relative manifestazioni. Il cammino di fede non lo conosco; anche mio marito si è convertito da qualche anno ma non è esperto neanche lui – aggiunge Fina – Sia io sia mio marito siamo completamente estranei ai fatti e non condivido l’ordinanza cautelare contestandola a 360 gradi. Il mio legale ha carta bianca per dimostrare la nostra innocenza ed estraneità ai fatti dato che noi siamo stati tutti manipolati da Giovanni Barreca”.

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Sabrina Fina e Massimo Carandente sono difesi dall’avvocato Janfer Franco Critelli. Tra i consulenti della difesa ci sono il fratello di Fina esperto informatico e il criminologo Gianni Spoletti. 

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