E’ stato dichiarato incapace di intendere e di volere, dai consulenti nominati dalla Procura di Termini Imerese, Giovanni Barreca, il muratore che un anno fa, insieme alla figlia 17enne, e a una coppia di amici, ha torturato e ucciso, durante un folle rito di esorcismo, la moglie e i due figli di 16 e 5 anni.

Il gip di Termini Imerese ha disposto la scarcerazione e l’immediata liberazione.

L’uomo, difeso dall’avvocato Giancarlo Barracato, si trovava in carcere, ma verrà trasferito in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), una struttura sanitaria che ospita persone affette da patologia psichiatrica. In attesa di individuare la Rems Barreca verrà ospitato in un centro idoneo. In Sicilia ci sono queste strutture a Caltagirone, Naso e Gibellina.

Bruzzone, periti hanno accertato incapacità di intendere e di volere

“Abbiamo appreso questa mattina del deposito della perizia che abbiamo ultima la settimana scorsa. I periti hanno riconosciuto la piena incapacità di intendere e di volere. Giovanni Barreca non andrà più in carcere e non potrà essere processabile”. Lo ha detto la consulente Roberta Bruzzone nominata dall’avvocato Giancarlo Barracato che difende Barreca accusato di avere ucciso la moglie e due figli di 16 e 5 anni insieme alla figlia e a una coppia di palermitani.

Barreca dovrebbe andare in una struttura Rems anche se sono circa 1500 quelli che attendono di entrare in questi centri che ospitano persone affette da patologia psichiatrica.

I Sicilia ci sono queste strutture a Caltagirone, Naso e Gibellina.

Il prossimo 7 novembre il giudice del tribunale per i minorenni nominerà un perito per valutare la capacità di intendere e volere della figlia di Barreca, anche lei lei rea confessa. La coppia di amici,  Sabrina Fina e Massimo Carandente,  invece si sono sempre professati innocenti, sostenendo di essersi recati nella casa della strage solo per pregare. Come ricostruito dalle indagini le vittime furono torturate, colpite con le padelle e gli attrezzi del camino, il corpo della madre bruciato.

La perizia

La perizia è stata chiesta dalla procura e dall’avvocato di Barreca. Una settimana prima il 7 novembre il gip Nicola Aiello la decisione di chiedere una perizia psichiatrica per la figlia di Barreca. Nei giorni scorsi i carabinieri del Ris sono tornati nella villetta per eseguire nuovi rilievi. Ci sono le foto che mostrerebbero gli utensili del camino e le padelle. Ma anche le scritte sui muri fatte dalla figlia minorenne. “Le iscrizioni le ho fatte io – ha riferito la figlia di Barreca agli inquirenti -. Massimo e Sabrina lo avevano detto a mio padre e mio padre lo ha detto a me, questo è avvenuto prima che accadesse tutto. Avevano detto che sarebbe stato importante leggerli”.

La strage

La prima a morire – in un rogo improvvisato – era stata la mamma, l’ultimo il fratello Kevin, 16 anni, tra il 10 e l’11 febbraio. “Piattini e altri oggetti sono stati bruciati là sopra insieme al corpo di mamma. Il fuoco è durato alcune ore ma non saprei quanto”. Antonella, prima di perdere la vita, era stata colpita a ripetizione con una padella, probabilmente una di quelle sequestrate che si vedono nelle foto: “Confermo le torture – è sempre la diciassettenne a parlare – ma non so come è morta mia madre, se per infarto o quando sia io che mio fratello gli davamo calci. Prima i calci li ho dati io e poi Kevin, in quel momento mia madre non reagiva più. Mentre veniva torturata non poteva né mangiare né bere e quando veniva colpita con la pentola aveva una fascetta trasparente ai polsi”. Dopo 10 mesi da quella tragedia si attendono il prossimo mese le prime decisioni del giudice su chi sarà chiamato a rispondere di quegli orrendi delitti avvenuti nella villetta di Altavilla Milicia.