Ci sarebbero state inadempienze e omissioni dietro la morte dei cinque operai. La strage di Casteldaccia, costata la vita a cinque operai l’anno scorso, sarebbe stata causata da una serie di inadempienze, omissioni e procedure irregolari da parte di Amap e delle due ditte a cui erano stati affidati i lavori di manutenzione nella vasca dell’impianto fognario. È quanto emerge dalla relazione dei consulenti tecnici nominati dalla Procura di Termini Imerese.
Secondo i consulenti, tutte le informazioni e le prescrizioni di Amap sulla sicurezza per i lavori in ambienti confinati non sono state trasmesse alle ditte appaltatrici Tek e Quadrifoglio Group. Questo a causa della mancata stesura del piano di sicurezza e coordinamento e della mancata nomina del coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione.
I documenti di Amap, Tek e Quadrifoglio rispondevano formalmente ai requisiti di legge, riportando le informazioni necessarie per i lavori in ambienti confinati. Tuttavia, nessuna delle tre società avrebbe applicato correttamente tali procedure nella realtà.
Secondo i consulenti, Tek e Quadrifoglio non avevano i requisiti e i mezzi per effettuare i lavori all’interno dell’impianto e non erano società qualificate. Inoltre, Amap non ne aveva verificato l’idoneità per gli interventi previsti.
Gli operatori delle due ditte non avevano ricevuto una formazione adeguata per affrontare i rischi chimici legati alla presenza di acido solfidrico nell’impianto fognario dove sono morti.