Giovanni Barreca, il muratore accusato di aver sterminato la propria famiglia in preda a un delirio mistico ad Altavilla Milicia, all’inizio dell’anno avrebbe interpretato l’esito della perizia che l’ha giudicato incapace di sostenere il processo a suo carico come un “volere supremo”.
“Visto avvocato, Dio mi ha dato ragione”, queste, secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia sarebbero state le parole dell’uomo, rivolte al suo avvocato difensore Giancarlo Barracato. Ieri c’è stato un incontro fra i due presso il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto. Nell’occasione Barracato ha informato il proprio assistito dell’esito della perizia: incapace di intendere e di volere. Barreca sarebbe quindi preda di un delirio mistico e di alcuni disturbi mentali dal giorno in cui avrebbe brutalmente massacrato la moglie e i due figli Kevin ed Emanuel, all’interno della propria villetta di Altavilla Milicia, nel palermitano.
L’uomo alternerebbe da dietro le sbarre del carcere momenti di soddisfazione, per aver portato a termine l’incarico datogli direttamente dal Signore e attimi tragici in cui si renderebbe conto che la sua famiglia è stata annientata. Cercherebbe disperatamente la figlia 18enne e continuerebbe a ribadire una sorta di connessione continua fra lui e delle entità divine e religiose.
Ma i giorni di Barreca in carcere sono finiti. Presto l’uomo dovrà andare in una Rems. Una struttura dove seguirà un percorso di cura per persone con problemi psichici. Adesso tocca al giudice Erina Cirincione ufficializzare il provvedimento il 13 novembre, data in cui è fissata l’udienza. Il muratore di Altavilla sarà ritenuto non imputabile, la giovane figlia invece, accusata di aver partecipato alla strage assieme al papà e ai due amici, dovrebbe presentarsi davanti al giudice il 7 novembre. Sarà processata con il rito abbreviato e anche in questo caso il Gup dei minori Nicola Aiello potrebbe sottoporla a una perizia per stabilire se sia capace di intendere.
Durante la perizia medica Barreca avrebbe accusato più volte Fina e Carandente – due ex amici dell’uomo e della moglie – di aver ucciso Antonella Salamone e i due figli di 16 e 5 anni. I due amici hanno sempre sostenuto di aver conosciuto i Barreca durante i momenti di preghiera e di non aver preso parte alla strage. “Sono innocenti – ha detto al Giornale di Sicilia Antonino Fina, fratello della donna -. È vero che hanno delle accuse importanti ma ancora non c’è nulla di definitivo, non c’è un esito finale anche perché i processi si fanno in tribunale e non sui giornali”.