Nuovo capito per quanto riguarda le rivelazione sulla strage di Altavilla. “Ho solo fatto del bene ai tre ragazzini, avevano il demonio dentro”, ha ribadito, secondo quanto scrive Repubblica Palermo, Sabrina Fina, rendendo spontanee dichiarazioni davanti alla procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna che sabato l’ha interrogata in carcere a Pagliarelli. Per il resto si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Esattamente come il compagno Massimo Carandente, anche lui sentito come indagato di reato connesso.
Fina e Carandente sono stati arrestati per la strage di Altavilla Milicia in provincia di Palermo insieme a Giovanni Barreca e alla sua primogenita, una ragazza diciassettenne. Sono tutti accusati dell’omicidio di Antonella Salamone e dei suoi figli Kevin ed Emanuel, seviziati, uccisi e nel caso della donna bruciata e seppellita in giardino ad inizio febbraio nella villetta della famiglia Barreca. All’interrogatorio sabato ha partecipato anche il sostituto procuratore di Termini Imerese Manfredi Lanza che è titolare del fascicolo su Fina e Carandente.
Non verrà per ora interrogato l’unico reo confesso della strage, Giovanni Barreca, rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto su cui è in corso una perizia psichiatrica voluta dai suoi difensori. L’interrogatorio dei due palermitani di Sferracavallo, considerati i registi e i protagonisti della strage, è l’ultimo atto prima dell’avviso conclusione indagini che la procura per i minorenni consegnerà alla figlia primogenita di Barreca nei prossimi diecigiorni. Slitterà invece di qualche settimana la notifica per gli altri tre indagati per omicidio plurimo aggravato e soppressione di cadavere.
La giovane venne trovata la notte dell’ 11 febbraio nel suo letto e per i primi giorni fu considerata una superstite. Fu lei stessa nei giorni successivi a chiedere di parlare con gliinquirenti per raccontare di aver partecipato alla strage, di aver contribuito ” a togliere il diavolo dai miei fratelli e da mia madre”. La ragazza a fine marzo nel secondo interrogatorio “non ha mostrato segni di ravvedimento, è perfettamente consapevole di quanto è accaduto e non ha sconfessato quantodetto nel primo interrogatorio”, dicono gli inquirenti. La giovane venne sentita per sei ore nell’istituto penale per minorenni di Roma alla presenza di uno psicologo e del suo difensore Carmelo Salamone.