L’arrivo di un commissario per la rete viaria provinciale della Sicilia viene accolta favorevolmente dai sindacati. La Cisl in testa che adesso però si aspetta un’immediata svolta nell’avviare concretamente gli interventi. “La nomina di un commissario per la gestione della viabilità delle trentadue strade secondarie di tutta la Sicilia, per un valore di 33 milioni di euro, – ha detto il segretario della Filca Cisl, Paolo D’Anca – è una notizia che ci fa sperare perché rappresenta certamente un passo fondamentale verso quell’agognato processo di messa in sicurezza e ammodernamento dei territori della nostra Regione, che invochiamo da tempo ma che purtroppo si è sempre arenato”.
Anche sul nome del commissario arrivano gli apprezzamenti. Infatti l’intesa tra Regione e governo nazionale è sul nome di Gianluca Ievolella. “Conosco bene le qualità dell’ingegnere Gianluca Ievolella, – aggiunge D’Anca – ex provveditore alle opere pubbliche della Sicilia, scelto d’intesa tra Roma e Palermo, e ho avuto modo di apprezzarne la competenza e l’alta professionalità e sono sicuro che farà un ottimo lavoro. Mi auguro però che non si perda più tempo in mille rivoli burocratici, e si provveda il più presto possibile alla nomina e si dia immediata esecuzione alle opere di ripristino delle strade secondarie, che versano in stato di totale abbandono e degrado, comportando rischi seri per l’incolumità dei cittadini e inficiando fortemente anche il rilancio economico e produttivo della nostra isola”.
La nomina di un commissario era stata già avanzata come richiesta dal governo regionale nel 2019. Il presidente Nello Musumeci ha raggiunto l’intesa con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini sulla nomina e le funzioni dell’alto funzionario tecnico, al quale Stato e Regione affidano il compito di occuparsi della progettazione, l’affidamento e l’esecuzione degli interventi sulle strade provinciali dell’Isola. Le 32 strade, come precisato da Musumeci, è solo un primo elenco di interventi che interessano la viabilità secondaria, da anni in stato di abbandono e degrado “dopo la devastante riforma delle Province”.