Le strade di Palermo cadono a pezzi. Da via Lincoln a via Messina Marine, passando dalla centralissima via Volturno per poi recarsi in periferia in strade come via Falsomiele. Il problema è antico, vasto ed interessa la stragrande maggioranza del capoluogo siciliano. Fatto che, nel quotidiano, causa problemi ai cittadini, costretti a volte a ricorrere all’intervento di un meccanico o, peggio ancora, curarsi le ferite derivanti da una caduta imprevista.
Un tema molto caro ai palermitani quindi e che spesso si trovano ad affrontare nella quotidianità i problemi dettati dalla mancanza ultradecennale di interventi. Fra questi c’è Antonino Pilo, residente della III Circoscrizione e presidente dell’associazione Palermo Sud-Est. “Ormai è diventata la normalità. Il Comune è sempre impegnato ormai in interventi tampone. Ci siamo ormai abituati a dovere fare controlli sulle nostre auto, con interventi di quella che una volta era la manutenzione straordinaria dei mezzi che è diventata l’ordinario. Come ad esempio la sostituzione di sospensioni o braccetti, danneggiati dalle scaffe presenti in città. Danni che gravano sulle tasche dei cittadini”.
Un problema sul quale, sottolinea Antonino Pilo, si intrecciano anche criticità legate alla mancata cura del verde. “C’è un tratto in particolare, di cui ho personalmente mandato una segnalazione agli uffici, che interessa viale Regione Siciliana, nel tratto fra via Oreto e il ponte di Bonagia. Un’area nella quale le radici degli alberi stanno creando dei dossi sulla strada. E’ un fattore pericoloso per gli automobilisti e per i pedoni”. Buche ed avvallamenti presenti in un numero elevato di strade, con alcune situazioni più critiche di altre. “Una delle strade che è messa peggio è via Lincoln. Ma è in periferia che ci sono i casi più gravi, come ad esempio quello di via Falsomiele. Serve decisamente più manutenzione”.
“Le strade di Palermo sono terribili, terrificanti – commenta una ragazza -. Ci sono buche impressionanti. Io vengo da fuori Palermo. Ho rischiato più volte di rimanere a piedi o di fare qualche incidente per schivare i crateri. L’Amministrazione dovrebbe intervenire. Non è pericoloso solo per i mezzi, ma anche per i pedoni. Conosco tante persone che hanno avuto problemi con i mezzi, ma anche pedoni che sono caduti e si sono fatti male. Per me è una priorità che l’Amministrazione deve avere. Si eviterebbero incidenti e molti danni alle auto”.
Opinione condivisa anche da Giuseppe Puglia, residente del centro storico. “C’è un’incuria importante. Io abito in centro. Ho una vettura abbastanza bassa. Le buche sono un problema. Si danneggiano le sospensioni, complice anche la presenza del basolato. Ci sono tante strade logore, ma via Volturno è sicuramente dissestata più di altre strade. Ci sono tante, troppe buche. E questo non va bene“.
Una situazione evidentemente figlia di una mancata manutenzione stradale, come sottolineato da Piero Iacuzzo, imprenditore ed esperto di manutenzione stradale. “La situazione è decisamente grave. Negli ultimi anni c’è stata la totale assenza di un piano o comunque di attività di manutenzione. Ritengo che bisogna partire da un’attività d’indagine che consenta di conoscere lo stato delle strade palermitane. Ci sono strumenti che potrebbero farlo velocemente e in maniera vantaggiosa per l’Amministrazione. Dopodichè, bisognerà procedere con la redazione di un piano di manutenzione straordinaria, in modo differenziato a seconda delle varie condizioni. Bisogna fare interventi che non siano di ricucitura, ma a carattere generale. Ciò in modo da garantire una soluzione al problema per i prossimi cinque, sei o sette anni”.
Piano che, a detta dell’esperto, potrebbe trovare un’ottima sponda nell’accordo quadro attualmente presente nel piano triennale delle opere pubbliche. “Facendo due conti veloci, con 46 milioni di euro da importo a base d’asta e nell’ambito di un accordo quadro, si potrebbero ristrutturare circa 200 chilometri di strada. Si potrebbe rimettere in sicurezza buona parte delle strade di Palermo. L’accordo quadro è uno strumento valido che per le pavimentazioni stradali e si è rivelato uno strumento performante già in ambito Anas”. Criticità, quelle della mancata manutenzione stradale, legate anche agli effetti del maltempo. “Il problema cardine che ha portato le strade nello stato odierno è l’assenza di manutenzione per diversi anni. Il maltempo ha chiaramente inciso. Al presentarsi di una fessura, se non viene riparata, provoca la percolazione dell’acqua negli strati sottostanti che farà calare la vita utile della pavimentazione“.
Una volontà, quella di ristrutturare le strade di Palermo, che l’Amministrazione Comunale intende appunto perseguire attraverso il ricorso ad un accordo quadro. Piano suddiviso in otto lotti, uno per Circosrizione, e che richiederà un investimento complessivo da 46 milioni di euro. Troppi da reperire per un Comune come Palermo in cui il piatto piange da tempo. E difatti, l’accordo quadro sulla manutenzione stradale è rimasto inserito all’interno del piano triennale delle opere pubbliche già dal 2020, senza mai avanzare di un centimetro nella procedura d’attuazione. Ciò fino a fine dicembre, quando l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando ha avviato l’iter per l’affidamento dell’accordo quadro, inviando la delibera all’UREGA. Ente che, secondo riferito l’8 febbraio in Consiglio Comunale, dovrebbe iniziare a valutare le offerte entro il 28 marzo. Realisticamente, il primo lotto dell’accordo quadro potrebbe essere affidato ad agosto.
Fino ad allora, si dovrà trovare una soluzione ponte. E qui rientra in gioco Rap. La Partecipata del Comune di Palermo non ha più competenza sulla manutenzione ordinaria dal 2020, limitandosi ad interventi d’emergenza che, per stessa ammissione dell’assessore, si sono quasi sempre limitati ad operazione di transennamento, con opere di rattoppo concretizzate dopo diversi mesi. Ritardi non più sostenibili per la quinta città d’Italia, anche alla luce dell’impatto dei fenomeni meteorologici sul manto stradale del capoluogo siciliano. Basta farsi un giro per rendersi conto della situazione. Simbolo dell’incuria accumulata negli anni è l’area litoranea, con via Francesco Crispi, Foro Umbero I e via Messina Marine ridotte ad un colabrodo.
Un accordo quadro sul quale l’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando ha riferito in Consiglio Comunale l’8 febbraio. “L’accordo quadro era previsto già dal 2020 all’interno del piano triennale delle opere pubbliche. L’UREGA ha fissato per il 28 marzo il primo giorno d’insediamento per valutare le offerte giunte. Sono stato da sempre contrario alle ordinanze sindacali. Stiamo pensando ad una soluzione ponte per arrivare all’assegnazione del primo lotto. Vorremmo utilizzare il personale di Rap in merito al pronto intervento e alle manutenzioni. Non basta segnalare i pericoli, ma bisogna risolverli“.
Iter che prevederà, nel futuro, un investimento da 46 milioni di euro, anche se la cifra potrebbe non bastare per l’intera città. Di questi, 28,9 milioni di euro saranno destinati ai lavori di manutenzione ordinaria, mentre 2,1 milioni di euro saranno destinati agli interventi d’urgenza. Il resto della somma si distribuisce fra oneri di sicurezza e spese dedicate ad oneri oppure a indagini preliminari. Al momento però, lo stesso non ha effetti vincolanti in quanto non è dotato di copertura finanziaria. E’ lo stesso atto infatti a ricordare che “la stipula dell’accordo quadro non è fonte di immediata obbligazione tra l’Amministrazione Comunale nei confronti dell’Appaltatore“. Inoltre, lo stesso “non è impegnativo in ordine all’affidamento a quest’ultimo dei contratti attuativi per un quantitativo minimo predefinito”.
Come ricordato in Consiglio Comunale dall’assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando il 24 dicembre 2022, bisognerà attendere la predisposizione del bilancio 23-25 per reperire le risorse necessarie allo scopo. Atto sul quale ci potrebbero essere novità a fine primavera. Fra le fonti ipotizzate dall’esponente di Italia Viva, sono stati citati i fondi ex Gescal, il ricorso all’avanzo vincolato nonchè fonti di approvigionamenti statali e regionali che si dovrebbero attivare nel frattempo. Un accordo che avrà una durata di quattro anni e che ha la volontà di risolvere alcune criticità relative alla manutenzione di strade, marciapiedi ed aree pubbliche.