La presidente della Commissione Europea, il presidente della Repubblica e la titolare del dicastero dell’Università e della ricerca Scientifica. Un anno da ricordare quello dell’Università di Palermo che si apre oggi.
Il Rettore Midiri a BlogSicilia
“È un evento veramente storico. Stiamo vivendo un pezzo di storia non solo di questa università, ma probabilmente anche dell’intera città. È un segnale di grande attenzione perché scegliere di venire qui non è soltanto la scelta di una visita da parte di un capo di Stato insieme alla donna probabilmente più potente del mondo in questo momento, ma molto di più. Questa presenza assume un significato specifico e guarda al percorso che Palermo sta facendo”.
L’Università al centro
“Palermo oggi è una università al centro di investimenti che guardano alla sostenibilità, alla transizione ecologica, sulla salute. Sono dati molto importanti perché vuol dire che Palermo ha le potenzialità per cambiare e quello di oggi io spero rappresenti il primo momento di un percorso che sia volano di un cambiamento successivo che vedrà piano piano trasformare questa università al centro del Mediterraneo in un Ateneo veramente internazionale con una attrattività che sia analoga a quella che ogni anno le università di Barcellona e di Venezia esercitano. È un momento storico che è visto non soltanto come un momento di successo della nostra università, ma come momento collettivo in cui tutti insieme, Comune, Regione, Stato, mostrano di avere a cuore le vicende di questa università e ne vedono piano piano la trasformazione, considerandola un driver, una sorta di motore, di locomotiva per trascinare un po’ tutti verso un miglioramento sociale e un miglioramento della realtà produttiva”
Recuperare la fuga di cervelli
“Il primo dato da cui siamo partiti è quello di una fuga di cervelli, soprattutto delle lauree magistrali che rappresentano l’ultimo anello di congiunzione tra il mondo dell’università e il mondo del lavoro. Quest’anno abbiamo rilevato un primo segnale di inversione in controtendenza col Sud che ha visto un aumento del 10% delle iscrizioni.
“Ma perché è avvenuto? Perché abbiamo modificato in maniera radicale la nostra offerta formativa, rendendola più moderna, più al passo con i tempi. Poi abbiamo stretto rapporti forti, e io spero veramente definitivi, col mondo dell’imprenditoria. Abbiamo siglato 3000 accordi, soprattutto con piccole e medie imprese, ma queste piccole e medie imprese rappresentano per i ragazzi una possibilità di lavoro a casa loro, con stipendi che sono anche significativamente più alti di quelli che sono gli stipendi delle imprese del Nord. Il messaggio è chiaro: Ragazzi, credete nella possibilità di crescere al Sud e soprattutto investite sul Sud e restare al Sud, perché un ragazzo che rimane al Sud con una capacità professionale elevata rappresenta un pezzo di produzione, un pezzo di investimento che poi individualmente crea una collettività e un miglioramento del tessuto sociale in tutto il suo organismo perfetto”.
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