Stop alla Finanzia 2022 siciliana nel giorno che doveva essere quello della svolta. Come ormai tradizione arriva il maxi emendamento che cambia tutto, rimette a posto quel che si può e punta a tagliare tempi ed emendamenti e giungere ad approvazione ma nel giro di qualche ora salta subito l’accordo e l’aula slitta ma dopo un pomeriggio di trattative arriva il nulla di fatto e muore sul nascere la possibilità di una approvazione in giornata.
Alcuni gruppi parlamentari hanno definito un maxiemendamento al ddl stabilità ma anche il governo ha il suo testo. Sintomo che ormai il centrodestra si è polverizzato e di fatto la vecchia maggioranza non c’è più. Alla ripresa della seduta, dopo tre ore di standby, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché ha detto che il testo parlamentare è pronto, mentre non si conosce quello del governo. L’assessore all’economia Gaetano Armao ha dato la propria disponibilità a unificare i due documenti in un unico maxiemendamento. A questo punto , Micciche ha aggiornato la seduta a domani alle 11.
“Non parteciperemo a nessuna trattativa per raggiungere l’accordo di un unico maxi emendamento alla manovra Finanziaria. Non conosciamo i contenuti delle proposte del Governo né di altri. Il Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle presenteranno la propria proposta con un maxi emendamento e domani deciderà l’aula” fanno sapere il segretario e deputato regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo e il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Nuccio Di Paola, dopo l’ennesimo rinvio a domani dei lavori d’aula per la discussione della Finanziaria.
A nulla è servita neanche la riunione di Miccichè con tutti i gruppi ad eccezione di Diventerà bellissima, criticata nelle ultime 24 ore
“Nessuna riunione segreta, come leggo sulla stampa. Ieri negli uffici della Presidenza, come concordato nella precedente riunione dei capigruppo alla presenza del Governo, ho incontrato uno per volta tutti i gruppi dell’Assemblea tranne Diventerà Bellissima, che dovrei vedere stamattina, come d’accordo con il capogruppo Aricò” precisa in una nota, il presidente Miccichè.
“In ogni singolo incontro abbiamo analizzato tutti gli emendamenti presentati (oltre mille) – spiega -. Capisco che non tutti siano andati via felici, avendo precedentemente deciso di limitare al massimo il numero degli emendamenti da sottoporre all’Aula. Mi dispiace in particolar modo per quei gruppi le cui proposte erano oggettivamente difficili da accettare per motivi regolamentari, ma il metodo che ci siamo imposti è stato lo stesso per tutti, dal M5S ad Attiva Sicilia, dal PD al gruppo misto”.
“Comunico inoltre che stamattina ho già fissato un incontro con il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, proprio per armonizzare il lavoro che si è fatto in questi giorni. Come sapete – sottolinea Miccichè – tutto ciò si è reso necessario avendo dovuto escludere i lavori nelle commissioni e considerato il brevissimo tempo a disposizione, da quando la Finanziaria è arrivata all’Ars”.
“A mia memoria – conclude il presidente dell’Ars – mai una Finanziaria era stata esaminata in meno di una settimana, avendo iniziato i lavori venerdì scorso e credendo di riuscire a finire oggi. Ma per qualcuno tutto questo è motivo di polemica. Tranquilli, come ripeto da alcuni giorni: ‘E’ sempre colpa di Miccichè’”.
Ieri era stata approvata all’Ars la norma per il sostegno al reddito dei precari per il 2022: 16,15 milioni per gli Asu (54.1 milioni per il 2023), 38 milioni per gli ex Lsu, 31 milioni per gli ex Pip (10 milioni per il 2023). Una norma che ha fatto esplodere le tensioni. per le opposizioni si tratta di coperture incerte e soldi insufficiente
Contro la manovra in piazza, oggi ci sono stati i precari Asu della Regione siciliana che parlano di “ennesima farsa consumata attraverso un ’emendamento farlocco’ che è il copia e incolla dio quanto già impugnato lo scorso anno. Un emendamento poi ritirato e mai sostituito
I precari parlano di risorse scomparse “dei 54 milioni previsti per gli Asu dall’articolo 36 per l’anno 2022, misteriosamente ne restano solo 38”. Risorse che, in attesa di stabilizzazione, potevano almeno servire peer una integrazione salariale a chi percepisce 600 euro al mese. Per questo i precari saranno in piazza durante i lavori
Frattanto sono state approvate anche le agevolazioni aggiuntive per le Zone Economiche Speciali siciliane. Si tratta di misure che hanno l’obiettivo d’introdurre un regime fiscale ancora più di vantaggio per chi decide d’investire all’interno di queste aree economiche, che godono già di regimi fiscali agevolati.
In particolare, nel corso della maratona per la Finanziaria, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato oggi l’articolo 7 della Legge di stabilità regionale 2022-2024, “Agevolazioni in favore delle imprese localizzate nelle zone economiche speciali della Sicilia“, le cosiddette SuperZes. La norma introduce un regime fiscale ulteriormente agevolato a favore degli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) che vengono parametrati ai ricavi delle vendite e delle prestazioni derivanti dall’attività svolta dall’impresa.
“Il Governo Musumeci, nel solco dell’impegno profuso a supporto delle Imprese che investono in Sicilia, ha proposto una misura che rafforza l’attrazione degli investimenti in Sicilia, grazie a fiscalità di sviluppo e a contributi alle assunzioni. Le ZES siciliane diventano così le più vantaggiose d’Italia.”. Questo il commento a margine della votazione all’Ars del vicepresidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao.
Come aveva anticipato lo stesso Armao, la misura, già anticipata nel Documento di economia e finanza regionale (DEFR) approvato dell’ARS, è rivolta alle imprese manifatturiere, della logistica e dei servizi con sede principale o unità locale all’interno della ZES siciliane ed ammesse a godere dei benefici previsti dall’ordinamento. L’incentivo, quale misura di fiscalità di sviluppo aggiuntiva a quella prevista dalla disciplina statale delle ZES, prevede un contributo in compensazione parametrato ai ricavi delle vendite e delle prestazioni derivanti dall’attività svolta dall’impresa nell’anno nel quale l’istanza è presentata ed in quello immediatamente successivo.
Tra i provvedimenti votati dai parlamentari siciliani, prima di questo c’è stata la deroga al Durc anche per attività che non hanno il documento in regola e che hanno presentato la richiesta di contributi in seguito all’emergenza sanitaria. In sostanza, le imprese che non hanno il Durc in regola potranno continuare a beneficiare dei contributi anti Covid anche nel 2022, la norma è estesa anche alle attività balneari: lo prevede un emendamento del capogruppo di Diventerà Bellissima, Aricò. L’Ars ha approvato il punto col voto contrario del M5s e con l’astensione del Pd. Le opposizioni hanno contestato la norma, sostenendo che rischia di essere impugnata dallo Stato.
E oggi deve essere il giorno dell’approvazione finale “La legge di Stabilità, o Finanziaria che dir si voglia, va approvata entro oggi, perché, diversamente, centinaia di migliaia di siciliani resterebbero senza stipendio e non perché c’è la partita del Palermo, come qualcuno afferma” dice ancora il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.
“A Finanziaria terminata sarò, comunque, felice con gli altri deputati palermitani di non far mancare il nostro piccolo supporto alla squadra della nostra città, che merita la promozione sperata da tutti noi”, conclude il presidente Miccichè.