Il corso per imparare le arti marziali, da tenere dentro il carcere Malaspina per i detenuti minorenni, secondo il sindacato della Uilpa Polizia Penitenziaria non andava fatto. “Mentre la polizia penitenziaria – dice Gioacchino Veneziano, segretario generale della Uilpa- lavora a mani nude contro i quotidiani attacchi di violenza da parte dei detenuti, senza protocolli operativi, con la totale assenza di protezione, il direttore pensa di formare i detenuti nelle pratiche delle arti marziali”.
Le polemiche
E poche ore la diffusione del comunicato stampa del sindacato, che lancia l’ennesimo allarme sicurezza, arriva la decisione del dirigente del Centro giustizia minorile della Sicilia, Santo Ippolito, in linea con la richiesta del sindacato: le quattro ore settimanali che i detenuti avrebbero dovuto impiegare per imparare le tecniche delle arti marziali Koshido Budo non si faranno.
Corsi di fitness al posto delle arti marziali
“Al loro posto verranno potenziati per le 4 ore settimanali previste i corsi di fitness e altre attività sportive di squadra» spiega Ippolito, che ha avuto una indicazione precisa dall’Istituto carcerario penale minorile del ministero della Giustizia sulla «non opportunità» di tenere il corso di arti marziali in carcere nel timore che «possano avvenire situazioni di pericolosità in caso di eventi critici”. Così, nel giro di poche ore, si chiude un caso che segue di pochi giorni l’ultimo episodio di denuncia di un ennesimo episodio di violenza subito da agenti penitenziari, a Palermo come nel resto della Sicilia, che ha fatto scattare l’allerta della Uilpa.
La nota del sindacato che critica la scelta del direttore del Malaspina, Claudia Pangaro – che non replica dato che per farlo deve essere autorizzata dal ministero – sottolinea come “è necessario dotare il personale penitenziario di strumenti a difendersi invece di aumentare la capacità aggressiva dei detenuti” e dopo aver sollecitato lo spostamento ad altri incarichi del direttore, aggiunge: “Chiederemo immediatamente al dirigente del Centro giustizia minorile della Sicilia, Santo Ippolito, di porre in essere tutte le prerogative per impedire l’effettuazione di tale attività da parte dei detenuti, fermo restando che scriveremo al Magistrato di Sorveglianza presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo per informarlo dei rischi che oggi il personale di Polizia Penitenziaria del Malaspina di Palermo corre”.
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