Per la maggioranza è una vera e propria caporetto. L’Ars immobile e paralizzata da mesi non riesce a trattare nulla oltre al bilancio di previsione 2018 e alla piccola legge di stabilità che lo accompagna. Tutte le riforme che erano state spostate nel collegato naufragano peggio di un barcone di migranti.
Il ddl torna in commissione Bilancio, di fatto arenandosi nelle sabbie mobili. Il rinvio è stato votato dall’aula, vano il tentativo di Forza Italia che, col capogruppo Giuseppe Milazzo, aveva chiesto un rinvio di 24 ore per trovare una intesa sulle norme contenute nel ddl, trovando la sponda del governo nell’assessore Mimmo Turano.
Su richiesta del capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha messo ai voti la proposta di rinvio in commissione del testo e l’aula si è espressa a favore. Dopo quasi un mese e mezzo di tira e molla sul ‘collegato’ che ha impantanato il Parlamento, dunque il ddl viene accantonato.
“Ho registrato la volontà del Parlamento che ha deciso di rinviare in commissione bilancio il collegato. La conferenza dei capigruppo ha chiesto alla commissione bilancio di velocizzare l’iter quanto più possibile. Iniziamo domani a lavorare in aula incardinando due disegni di legge tra cui uno sui disturbi di apprendimento e, in seguito inizieremo a discutere le mozioni presentate” ha detto il presidente dell’Ars Gianfranco Micciche’, rinviando la seduta d’Aula a domani alle 12.
In aula s’è consumato uno strappo tra il capogruppo dell’Udc, Eleonora Lo Curto, e il deputato Vincenzo Figuccia, al quale non è piaciuto l’intervento della collega favorevole al rinvio di 24 ore per l’esame del testo. I due hanno litigato in aula, tanto da costringere Miccichè a moderare i toni altrimenti avrebbe chiesto agli assistenti parlamentari di accompagnare i deputati fuori da sala d’Ercole.
Prima dell’Aula di domani è fissata una conferenza dei capigruppo allargata ai presidenti delle commissioni parlamentari. “Chiederemo ai presidenti di commissione – ha detto Miccichè – la trattazione delle leggi che hanno priorità per portarle prima possibile in aula”.
“È evidente che a maggioranza si è spaccata in due come una mela e non ha più una linea politica condivisa” commenta il presidente del gruppo parlamentare Pd all’Ars Giuseppe Lupo.
“Gli interventi contrapposti dei principali gruppi parlamentari di maggioranza in Aula con il capogruppo di Forza Italia che ha chiesto di rinviare i lavori mentre quello di Diventerà Bellissima sosteneva la necessità di andare avanti – prosegue Lupo – sono la prova di una maggioranza che si è sciolta come neve al sole. E’ indispensabile – continua -che il presidente Musumeci chiarisca come andare avanti. Intanto, la conferenza dei capigruppo – conclude il parlamentare PD – approvi adesso un programma di lavori parlamentari che tenga conto delle priorità per lo sviluppo e il lavoro”.
“Basta, chiudiamo questa eterna sessione di Bilancio e torniamo a dare risposte ai siciliani – dice la capogruppo all’Ars Valentina Zafarana -per troppo tempo quest’aula è stata paralizzata dai giochetti di questa inesistente maggioranza, mentre la Sicilia è in attesa di risposte. Siamo stanchi di essere additati come fannulloni. Noi ci siamo sempre, chi chiede perché finora si è fatto pochissimo, prego si rivolga a Musumeci”.
“Un disegno di legge inutile – afferma la deputata – tenuto in piedi solo per accontentare gli appetiti di qualcuno e non certo dei siciliani. Un ddl che ha bloccato quest’aula con ripetuti rinvii motivati solo dalla mancanza di numeri da parte della maggioranza, che ha posticipato la votazione del testo per paura di andare sotto. Ogni giorno andiamo nui territori a raccogliere le istanze della gente per portarle in aula, ma abbiamo le mani legate, visto che qui sì è lavorato col contagocce. E lo ripeto, per colpe non certo da addebitare a noi”.
“A Musumeci e alla sua maggioranza – conclude la deputata – chiediamo di cambiare passo. Subito. E con noi lo chiedono i siciliani che ci hanno chiamati a rappresentarli dentro questo Parlamento”.
“Dopo due mesi di melina tutta interna alla maggioranza, che ha paralizzato l’Ars senza permetterle di votare una sola legge, il governo Musumeci ha il dovere di presentarsi in Aula per dire se questa maggioranza c’è ancora e se esiste ancora un programma di governo sul quale confrontarsi con gli strumenti della democrazia: discussione e voto” afferma Claudio Fava, deputato regionale del movimento “Cento passi”, che ironizza “se questo tipo di confronto non è possibile, meglio trasformare la Regione in un Principato ed abolire il Parlamento regionale. Almeno i siciliani sapranno a chi presentare il conto”.
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