Dopo gli oltre 30 mila arrivi dei giorni scorsi, al fine di contrastare il diffondersi del Coronavirus nell’Isola, su richiesta del Presidente della Regione Nello Musumeci, sono stati sospesi dal Ministero dei Trasporti i collegamenti di trasporto delle persone per la Sicilia, ferroviari, bus, aerei e marittimi, mantenendo il trasporto merci e i servizi minimi essenziali per le situazioni di necessità (2 voli per Palermo e Catania e un Intercity per Roma).
La decisione del Ministero dei Trasporti, giunta oggi, risulta apprezzata dalla quasi totalità dei cittadini residenti nella regione. L’86% dei siciliani la ritiene giusta e necessaria. Il dato emerge da un sondaggio condotto nell’Isola dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.
Allo stop ci sono alcune eccezioni. Attenzione, però, per viaggiare sullo Stretto non basterà la semplice autocertificazione come avviene in tutti gli altri casi ma servirà una apposita autorizzazione. Il comma 2 dell’articolo 2 del decreto dei ministri dei Trasporti e della Salute ha previsto che eventuali deroghe, per motivi di necessità, lavoro o salute, possono essere concesse solo dal presidente della Regione Siciliana. Per questo motivo è stata creata una mail alla quale far pervenire le eventuali richieste: dipartimento@protezionecivilesicilia.it.
La Regione ha istituito, fin dall’inizio dell’emergenza, un portale web dedicato (siciliacoronavirus.it) per le registrazioni da parte di chi arrivava nell’Isola e numero verde (800.45.87.87), gestito dalla Protezione civile regionale, per le informazioni.
“Ci prepariamo al peggio – aveva detto ieri annunciando il provvedimento che sarebbe arrivato oggi come promesso dal governo il presidente della Regione – anche se, fino ad ora, la diffusione del virus in Sicilia appare abbastanza contenuta. Abbiamo infatti, al momento, 188 positivi, 71 ricoverati di cui 15 in terapia intensiva e complessivamente finora due decessi. Abbiamo già individuato alcuni reparti da convertire e pensiamo di realizzare almeno mille, millecinquecento posti per ospedalizzazione ordinaria e altri duecento per terapia intensiva”.
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