Stop a nuovi reparti e a nuovi posti di primario nella sanità siciliana e anche la dove la Regione non si è ancora adeguata alle disposizioni nazionali del DM70, il così detto Decreto Balduzzi, le aziende dovranno chiedere precise deroghe alla Regione per procedere a qualsiasi atto difforme.
E’ questo, in sostanza, il significato del nuovo decreto 1188/2016 firmato il 29 giugno dall’assessore regionale per la Salute Baldo Gucciardi ma notificato solo con protocollo di questa mattina alle aziende che modifica il DA 46 ovvero la rete ospedaliera così come era stata predisposta da Lucia Borsellino e ‘cristallizza’ la ricognizione di tutti gli atti aziendali delle nove Asp e delle 17 aziende ospedaliere dell’isola.
Il decreto, che recepisce in se come allegati tutti gli atti aziendali, rappresenta anche un argine agli stessi atti aziendali per quanto riguarda le azioni che non siano in linea con le disposizioni del Decreto Balduzzi.
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“Anche se in Sicilia sono slittati i termini per applicare le disposizioni del DA 70 – dice a BlogSicilia l’assessore Gucciardi – dobbiamo evitare che in questo anno e mezzo che ci separa dal pieno allineamento si compiano atti difformi dai quali sia poi difficile tornare indietro. Insomma i criteri del Balduzzi li applichiamo da subito”.
Gucciardi, poi, è abbastanza ottimista sulla situazione della sanità nell’isola “anche se le norme nazionali entreranno in vigore solo il 1 gennaio 2018 posso dire con serenità che per il 90% i nostri reparti e la nostra sanità in genere è già in linea con quelle disposizioni”.
Ma i sindacati non sono molto d’accordo con questo ottimismo e pensano che per raggiungere gli obiettivi del DM 70 ci saranno ancora da penare lacrime e sangue con ulteriori tagli di posti letto e soprattutto che troppe cose non tornano. E’ negli allegati al decreto che si annidano i guai, rilevano i sindacati dell’area medica. Anche se il decreto nasce con l’intenzione di evitare fughe in avanti da parte delle aziende e per rispettare le scadenze imposte dall’accordo con Roma sugli step di avanzamento verso la piane applicazione dei tagli, nelle schede allegate sarebbero mantenuti numerosi reparti che non possono essere previsti come Unità Operative complesse in base al Balduzzi.
L’intersindacale medica è in fermento e denuncia l’uso improprio dei codici che identificano i reparti per ‘nascondere’ privilegi, riconvertire primariati persi dal mondo universitario dentro il sistema sanitario regionale a discapito delle Aree d’emergenza e della vera medicina di frontiera che viene, invece, depotenziata gravemente per garantire i privilegi e i raparti poco utili.
Il nodo sono i così detti codici 51 ovvero i ‘Mcau’ che sarebbero le aree d’emergenza che contengono Pronto soccorso e reparti di primo intervento fino all’accettazione del ricovero. In base al decreto nazionale e alla popolazione in Sicilia se ne possono prevedere da un minimo di 17 a un massimo di 34. Se ne sono prevedono, invece, solo 11 perchè è più facile tagliare i reparti di emergenza e di frontiera dove non vuole lavorare nessuno, piuttosto che intervenire sui reparti considerati ‘privilegiati’. Il piano regionale prevede poi una ventina di pronto Soccorso definiti proprio così ma il Decreto Balduzzi non prevede questa dicitura ma solo i Mcau.
Emerge, leggendo gli allegati al decreto, che le prestazioni in emergenza-urgenza verrebbero erogate attraverso modelli organizzativi molto diversi da provincia a provincia non allineati agli standard ministeriali. In una avremo un Pronto Soccorso con Mcau, in un’altra senza Mcau cosa non prevista dal Balduzzi. I un’altra ancora il Pronto Soccorso dipenderà dal reparto di medicina.
Parimenti con il codice 37, che sarebbe in pratica quello dei punti nascita, si ‘nascondono’ altri reparti che punti nascita non sono. Soltanto al Civico di Palermo il piano regionale prevede tre codici 37 mentre il punto nascita è solo uno e gli altri due sarebbero il nuovo reparto di ostetricia e ginecologia oncologica e l’ambulatorio di assistenza e guida al parto. Una situazione naturalmente generalizzata.
Sono solo degli esempi per spiegare il motivo della fibrillazione del settore. I medici temono di ritrovarsi, alla fine del percorso, con una rete ospedaliera che rispecchia sulla carta il decreto Balduzzi ma che di fatto non è pensata per l’assistenza ma per garantire i posti dei primari.
“Il nostro decreto è soltanto un atto intermedio che rappresenta una ricognizione della situazione – dice ancora l’assessore Gucciardi – ci sono altre due step da portare a termine prima di giungere all’allineamento reale”.
Ma da Angelo Collodoro segretario del Cimo arriva un attacco in piena regola “Con i decreti notificati oggi l’assessore Gucciardi sancisce che in Sicilia la priorità sanitaria è la stabilizzazione degli ex LSU. Il decreto con il quale si fa la ricognizione della nuova rete ospedaliera blocca ogni iniziativa di assunzione di medici ed infermieri in attesa di un parere del ministero. Quindi significa che nelle rianimazioni, nei pronto soccorso, nelle sale operatorie, ad avviso dell’assessore Gucciardi si dovranno mandare gli ex LSU”.
“Questo decreto di ricognizione della rete ospedaliera – continua – contiene una serie di ‘follie amministrative’ legate ai desiderata il taluni direttori generali che sono anche in palese violazione del decreto Balduzzi di cui tanto si parla nel decreto dello stesso assessorato evidentemente è in preda ormai alla campagna elettorale del prossimo anno”.
Il rischio, dunque, è quello di trovarci con tagli fatti nei posti sbagliati che impediscono il funzionamento dei corretti servizi di assistenza e sprechi che continuano altrove. Un allarme, quello che proviene dagli operatori medici, che non ha motivo di esistere secondo la burocrazia assessoriale.