“La delibera con cui l’Asp di Palermo ha stabilizzato gli ultimi dieci assistenti informatici precari, i così detti ex programmatori, è una vittoria non solo per questi lavoratori, che si aggiungono ai 28 già stabilizzati, ma anche per la Pubblica amministrazione che ha così messo a frutto le competenze acquisite sul campo durante la pandemia.

Una battaglia portata avanti dalla nostra organizzazione sindacale e che oggi, grazie alla sensibilità del Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, si conclude nel migliore dei modi, consentendo anche un significativo risparmio per la collettività”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Davide Grassedonio del sindacato Csa-Cisal, commentando la delibera 526 pubblicata dall’Azienda sanitaria provinciale di Palermo.

Il presidio per gli enti locali

Dopo il partecipato presidio di Cgil, Cisl e Uil Sicilia svoltosi oggi davanti all’Ars, riunita per la discussione del Ddl Enti Locali, le sigle sindacali rilanciano e annunciano che continua la mobilitazione su questa norma.

“Si deve cambiare marcia”

“Si deve subito cambiare marcia. La conferenza dei capigruppo, che oggi ha ricevuto un cartello di esponenti politici e di associazioni, ci convochi prima possibile per discutere l’intero impianto della norma, con particolare attenzione al limite per le donne nelle giunte comunali, perché indigna che sia al momento inferiore a quanto previsto a livello nazionale.” dichiarano i segretari generali e regionali di Cgil, Cisl e Uil Sicilia, Alfio Mannino, Leonardo La Piana, Luisella Lionti e Gabriella Messina, Vera Carasi e Vilma Costa, che in una nota sottolineano la necessità di un coinvolgimento attivo delle parti sociali nell’iter relativo a una norma che “riguarda la vita e la gestione di enti con influenza diretta sui lavoratori e sui cittadini”. “Il Parlamento regionale – dichiarano i sindacati confederali – deve comprendere che è indispensabile il confronto con Cgil Cisl e Uil che rappresentano migliaia di persone”.

Ddl Enti Locali, la presenza delle donne

“Sulla presenza delle donne nelle giunte dei comuni con più di tremila abitanti, il dibattito politico a tutti i livelli sembra girare a vuoto senza andare al punto della questione. Qui non si tratta di dare il contentino alle donne recependo la soglia del 40% stabilita dalla normativa nazionale. Parità vuol dire 50 e 50, non 60 e 40”.

Lo afferma Jose Marano, deputata regionale del Movimento Cinquestelle, commentando la trattazione della controversa proposta di legge sugli enti locali in programma domani a Sala d’Ercole e che prevede la riduzione della quota di genere a un minimo del 20%, contro l’attuale 40% previsto a livello nazionale.

“È pertanto indispensabile – prosegue la parlamentare regionale – che si approvi senza indugio il mio emendamento che pone come soglia minima di genere il 50%. Non accetteremo che alle donne vada neanche l’1% in meno: su equità e pari opportunità non arretreremo di un millimetro.