Tornano a tremare i precari ex Pip della Regione siciliana. Il loro percorso di stabilizzazione subisce un altro assurdo stop per colpa di una burocrazia lenta e distratta o perditempo e di una politica che sembra giocare al rinvio.
Subisce un’altra battuta d’arresto il percorso per il passaggio dei precari in Resais, la società partecipate regionale che per legge deve accoglierli anche se la norma regionale è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri ed è pendente un ricorso davanti alla Corte Costituzionale.
Completato il censimento l’assessorato regionale al lavoro ha trasmesso alla Resais gli elenchi: sono 2683 gli aventi diritto alla stabilizzazione per legge regionale ma per loro il percorso resta tortuoso e irto di difficoltà. Dall’assessorato regionale al bilancio, infatti, sono stati istituiti i capitoli di spesa in capo a Resais sui quali collocare le somme per pagare il personale così trasferito e stabilizzato ma dall’assessorato al lavoro manca ancora il decreto di trasferimento materiale delle somme e dunque Resais non può procedere alle stabilizzazioni.
Questa ricostruzione è stata parzialmente confermata proprio dai vertici Resais ai sindacati al culmine di un incontro chiesto con insistenza dalle parti sociali.
“Questo gioco al rinvio sulla pelle dei lavoratori deve finire – tuona Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Sicilia – la politica e la burocrazia devono assumersi le loro responsabilità”. La sensazione forte è che nessuno voglia assumersi la responsabilità di fare nulla in attesa del pronunciamento della Consulta. Insomma un gioco di scuse burocratiche per prendere tempo in vista di una sentenza che si dice possa essere positiva ma rispetto alla quale nessuno può avere certezze.
“I lavoratori sono stati relegati in un limbo assolutamente inaccettabile. Serve rispetto per queste oltre 2600 famiglie di persone che hanno prestato anche vent’anni di servizio nella pubblica amministrazione senza il riconoscimento di diritti essenziali riconosciuti a tutti i lavoratori-. E’ una pagina vergognosa che deve essere chiusa con una doverosa stabilizzazione senza ulteriori perdite di tempo”.
“Esigiamo il rispetto del cronoprogramma così come era stato concordato – conclude Calabrò – la Regione non può prima firmare gli accordi e poi disattenderli come se nulla fosse. Su questo chiediamo un intervento immediato, diretto e personale del presidente della Regione”.
La materia, intanto, è stata anche al centro di una seduta della Commissione Bilancio dell’assemblea regionale siciliana. Già martedì in sede di analisi del collegato alla Finanziaria si attende un emendamento della stessa presidenza della Commissione per sbloccare la vicenda. Mentre i precari restano ad aspettare pronti a scendere in piazza
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