Scoppia a due settimane dal voto la guerra dei precari.La fretta di mettere in campo atti di stabilizzazione finisce nel mirino dei rappresentanti dei regionali che considerano il governo arrivato finalmente al capolinea.
Quel che il Cobas Codir contesta duramente al duo Baccei-Crocetta sono, ancora una volta, “modalità e tempi scelti per scatenare vere e proprie guerre tra poveri senza che, peraltro, ce ne fosse alcuna ragione, scegliendo il momento elettorale per emulare il classico cliché del voto di scambio”.
“La smania di raccattare voti dal disagio dei precari – scrivono i responsabili del sindacato – ha fatto perdere di vista all’agonizzante governo, che tali operazioni vanno condotte nel pieno rispetto dei diritti degli interessati ma anche nel rispetto dei principi costituzionali e contabili, nonché tenendo conto del fatto che – prima di nuove immissioni di personale negli organici – buon senso e logica, vorrebbero che si valorizzasse il personale che già c’è”.
“E’ il caso di tutti i dipendenti regionali di ruolo del comparto non dirigenziale della Regione siciliana – scrivono – che, ormai da qualche anno, attendono un indispensabile processo di riclassificazione utile a una loro più efficace e moderna utilizzazione oltreché un dovuto riconoscimento alla carriera bloccata da quasi 30 anni”.
“Questo processo di stabilizzazione, invece, messo in piedi in fretta e furia – continuano – da un governo dalle sembianze circensi, null’altro è, in realtà, che l’applicazione della cosiddetta legge Madia in materia di stabilizzazioni che, approvata dal governo nazionale, prevede un percorso ancora lungo e tortuoso che presumibilmente durerà quattro o cinque anni e consentirà le prime stabilizzazioni non prima di un anno. A ciò si aggiunga il rischio concreto (mal celato dagli addetti) che molti di questi precari possano addirittura perdere il posto a causa delle selezioni pubbliche cui dovranno sottoporsi. Si tratta di coloro che non ‘dimostrino di essere stati reclutati a tempo determinato con procedure concorsuali anche espletate presso amministrazioni pubbliche diverse da quelle che procede all’assunzione’”.
“Alle selezioni potranno partecipare – con varie riserve di legge – anche semplici cittadini o dipendenti di ruolo. Ci sembra, inoltre, ingiusta, a questo punto, anche l’esclusione da questo processo di ex precari storici come il personale dei cosiddetti bacini culturali (ex catalogatori)”.
“Questa operazione sarà, comunque, gestita dal nuovo governo che uscirà vincente dalle prossime elezioni del 5 novembre e che potrebbe intervenire anche sulla materia, apportando eventuali modifiche e rinvii a quanto oggi avviato in questo scorcio di fine legislatura”.
Per il sindacato vanno stabilizzati subito nei ruolo i precari diretto della Regione che sono 58 (37 in fascia A e 21 in fascia B) mentre per gli altri va avviato il percorso con la collocazione in Resais, la partecipata regionale già usata in passato, ma la vicenda appare tutt’altro che semplice.
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