Non è certo un fulmine a ciel sereno l’incostituzionalità sancita dalla corte costituzionale per la stabilizzazione degli Asu in Sicilia. All’indomani della notizia con cui si stoppa ogni velleità sulla procedura avviata, alla Regione ci si interroga e si sollecita un tavolo tecnico. Un confronto con i sindacati per trovare la soluzione tecnica ed arrivare all’agognato “posto fisso”.
Non si può fare a meno di questi lavoratori
“La bocciatura costituzionale delle norme per la stabilizzazione dei precari Asu non è arrivata inaspettata – commenta oggi il presidente della commissione all’Ars per le attività produttive, Gaspare Vitrano -. E’ una situazione complessa che si trascina da ormai troppo tempo e per la quale occorre trovare una soluzione normativa adeguata e sostenibile con la necessaria copertura finanziaria. Quel che è certo è che nessuna delle amministrazioni in cui questi lavoratori sono impegnati può fare a meno del loro supporto, così come è indispensabile dare certezza di continuità al loro lavoro”.
La necessità del confronto
Secondo Vitrano solo attraverso un confronto si potrà arrivare all’obiettivo. “Credo che tutte le forze politiche e il governo regionale – commenta – siano concordi in questo intento, motivo per cui chiederemo di avviare subito un tavolo tecnico anche con i sindacati per studiare la soluzione normativa più corretta”. Per la Corte costituzionale sono illegittime le norme approvate in Sicilia che hanno previsto la stabilizzazione del personale Asu.
La questione di legittimità
La Consulta ha accolto la questione di legittimità avanzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri contro le norme approvate dall’Assemblea siciliana nel 2021 e nel 2022. Testi varati nell’ambito della legge di stabilità regionale, nelle variazioni di bilancio e nella legge di stabilità regionale 2022-2024. I giudici ritengono incostituzionale avere esteso agli Asu i principi che furono applicati per gli Lsu e contestano inoltre la mancanza di copertura finanziaria e la conseguente proroga dei contratti sino alla fine di quest’anno.
In 4 mila restano in attesa
Sono 4 mila i precari Asu coinvolti. “Stavamo aspettando questa sentenza – ha detto il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace -. Adesso possiamo riproporre la stabilizzazione nel modo più corretto. L’avevamo detto in tempi non sospetti che bisogna seguire l’iter normativo giusto per porre fine al lungo periodo di precariato di questi lavoratori, gran parte impegnati nei Comuni”.
L’accusa all’ex presidente della Regione
“Quella dei lavoratori Asu – attacca invece Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars – non è che l’ennesima prova di come il fallimentare governo Musumeci abbia lavorato solo per slogan e promesse non mantenute. La stabilizzazione dei lavoratori annunciata più volte in pompa magna dall’allora governatore si è risolta in un nulla di fatto. I 4 mila precari che da anni lavorano presso amministrazioni pubbliche e hanno sviluppato competenze ben più impegnative di quelle connesse al loro status giuridico e, soprattutto, al loro, purtroppo quasi irrilevante compenso, vedono sfumare l’obiettivo dell’impiego a tempo indeterminato. Ci auguriamo che adesso il governo decida di affrontare seriamente il fenomeno del precariato pubblico siciliano, con iniziative legislative sistemiche e strutturali e non invece episodiche e clientelari”.
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