‘Ieri abbiamo appreso che Riscossione Sicilia ha un debito solo con Montepaschi di 230 milioni di euro, la banca bussa e vuole i soldi mentre dall’Agenzia delle Entrate non arrivano segnali’.
A rivelarlo è stato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, conversando con i cronisti a Palazzo d’Orleans, riferendosi alla società pubblica di riscossione dei tributi nell’isola. Musumeci ha spiegato che i 230
milioni chiesti da Montepaschi a Riscossione Sicilia sono costituiti da 100 milioni di debito e 130 di penali.
Il buco di Riscossione solo uno dei tanti guai economici della Regione siciliana. C’è da fare i conti anche con i consorzi di bonifica: ‘La riforma è quasi pronta e ai primi di maggio la consegneremo all’Ars – dice Musumeci – ridaremo la gestione agli agricoltori dopo tanti anni di sacche clientelari. Il problema sono i debiti accumulati dai
Consorzi, pari a 100 milioni di euro. Chi li paga e come?’.
Ma il debito dei debito dei debiti resta il disavanzo regionale certificato dalla Corte dei Conti. “Martedì prossimo faremo un ulteriore tentativo a Roma per convincerli di non restare fermi nella posizione che hanno assunto sulla nostra richiesta per la gestione del disavanzo: se non ci consentono di spalmarlo in 30 anni almeno ci autorizzi a farlo in 10 anni”.
Ieri l’assessore all’Economia Gaetano Armao ha riferito all’Assemblea lo stato del negoziato con il Mef sul disavanzo della Regione: il ministero, ha spiegato Armao, non ha accolto la richiesta del governo Musumeci di potere ripianare il disavanzo, pari a circa 560 milioni di euro, in 30 anni, facendo leva su una recente sentenza della Corte Costituzionale.
L’ipotesi che il Mef ha avanzato, ma non ancora formalizzato, è che la Regione spalmi il disavanzo nei propri bilanci d’esercizio da qui alla fine della legislatura. Per il governo significherebbe tagliare nei prossimi bilanci oltre 100 milioni di euro all’anno.
“Ieri abbiamo avuto un’ampia solidarietà da parte dell’Assemblea – ha aggiunto Musumeci – A Roma non chiediamo l’elemosina, ma di essere messi nelle condizioni delle altre Regioni. Mi riferisco per esempio al prelievo forzoso nei confronti delle ex Province, la cui situazione finanziaria è disastrosa”. Al governatore non piace nemmeno la proposta fatta dal Mef al governo Musumeci di attingere 100 milioni di euro dal Fondo di sviluppo e coesione per dare ristoro alle ex Province, con l’impegno poi a rimpinguare il Fsc. “Che senso ha?”, ha sostenuto Musumeci.