E’ drammatica la situazione dei 29 operatori della cooperativa Sviluppo Solidale e del Consorzio Sol.Co, che da oltre 13 mesi aspettano il pagamento dello stipendio. Si tratta di una cooperativa che si occupa del programma “Sprar ordinari adulti e minori”, oggi Siproimi, per l’accoglienza di richiedenti asilo.
Sono 47 i migranti adulti e 12 minori ospitati nelle strutture gestite dalla cooperativa Sviluppo Solidale ma il mancato pagamento degli stipendi, che in qualche casso arriva fino a oltre 13 mesi, sta mettendo in crisi non solo il sistema ma anche la vita sociale e familiare degli operatori.
Nonostante i mancati stipendi, i lavoratori del Consorzio Sol.Co e della cooperativa Sviluppo Solidale continuano a operare per garantire l’accoglienza, con significative anticipazioni bancarie, offrendo ai giovani, ai quali nel mese di dicembre è stato sospeso il pocket money, un tetto e ospitalità.
Un futuro incerto è quello dei 29 lavoratori, osteggiato da procedure burocratiche lente che, ancora una volta, dicono i dipendenti della coop, “accantonano la persona, flagellando il lavoro degli operatori sociali”. I lavoratori hanno continuato a lavorare con professionalità ed impegno per mesi senza ricevere il giusto compenso per il lavoro svolto, “mettendo in campo – fanno sapere – anche le risorse personali e neppure i migranti che hanno partecipato ai progetti di integrazione hanno percepito le somme spettanti”.
“La nostra équipe multidisciplinare conta 29 operatori – dicono gli operatori in attesa dello stipendio ormai da oltre un anno – tra cui un insegnante di italiano, un operatore legale, tre assistenti sociali, tre psicologhe, nove operatori all’accoglienza, cinque operatori ausiliari, due notturnisti, due coordinatori, un mediatore. Un’ équipe giovane, ma competente ed efficace che in questi anni non ha mai interrotto la propria formazione”.
In questo momento, i lavoratori non percepiscono stipendi da 13 mensilità, “e non abbiamo alcuna certezza di come la situazione andrà ad evolversi. Nessuno si dovrebbe mai trovare in una condizione simile”, aggiungono. Negli anni “ci siamo abituati a gestire il progetto nella precarietà e nelle difficoltà ma il 2019 è stato particolarmente difficoltoso nonostante tutti gli sforzi. Non possiamo pensare che il ministero accrediti tali risorse con ritardi di 15 mesi, ne è sopportabile dal sistema delle imprese un tale ritardo. In ogni caso non ci sembra corretto che questo finisca con lo scaricarsi sugli operatori e sui fruitori del servizio”. “Va da sé, però, che tale situazione non è oltremodo sopportabile, poiché non è possibile che gli operatori siano costretti a lavorare in tale condizione di incertezza e senza alcuna garanzia per quello che è un loro sacrosanto diritto, ovvero il diritto allo stipendio per il lavoro svolto”.
Intanto è stato chiesto allo staff dell’assessore comunale alla Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina di approfondire la questione relativa ai 29 lavoratori in attesa di stipendio.
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