Devono rispondere di peculato per aver utilizzato i fondi dei gruppi dell’Ars nella scorsa legislatura per scopi privati. Due di loro anche per non aver giustificato l’uso di questi fondi. Con questa accusa la procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di 13 ex capigruppo dell’assemblea regionale siciliana della precedente legislatura.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata al gup Riccardo Ricciardi per Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cateno De Luca, Cataldo Fiorenza e Salvo Pogliese.
Secondo la procura l’assenza dell’obbligo di rendicontazione non esime i capigruppo dal giustificare le spese e per questo le posizioni vanno valutate in un processo.
Non c’è motivo di procedere, sempre secondo la procura, invece, per altri 40 ex deputati fra cui ci sono nomi noti come quello del sottosegretario Davide Faraone, del Presidente Ars Giovanni Ardizzone, dell’ex deputato Bernardo Mattarella la cui posizione è stata, dunque, archiviata.
Per 39 deputati, invece, la procura chiede di continuare ad indagare nonostante non si tratti di capigruppo per comprendere meglio come siano stati utilizzati i fondi di cui disponevano.
Fra coloro per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio figurano Innocenzo Leontini e Cateno De Luca che hanno chiesto di accedere al rito abbreviato.
L’inchiesta sulle spese pazze all’Ars fece scalpore soprattutto per l’uso dei fondi pubblici con i quali vennero comprate borse di marca e omaggi vari. Nelle scorse settimane varie condanne sono state pronunciate dalla Corte dei Conti per danno erariale anche nei confronti di capigruppo usciti dall’indagine penale
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