- Notificata l’impugnativa romana alle variazione di bilancio 2020
- Saltano i conti anche per il 2021
- Per il governo è solo un fatto formale e si può procedere
- Ma il percorso della Finanziaria all’Ars frena di nuovo
Un nuovo buco nel bilancio della regione. Secondo gli uffici dell’Assemblea siciliana, l’impugnativa da parte del CdM della legge di variazioni del bilancio 2020 poichè la legge è vigente “non ha refluenza sull’esame della legge di stabilità”, ma se la Corte Costituzionale dovesse accogliere l’impugnativa “si dovrà intervenire per le necessaria correzioni” che valgono, sempre per gli uffici dell’Ars, circa 35 milioni di euro. “In qualche maniera quindi ci sarebbe qualche refluenza”, ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. In aula l’assessore Gaetano Armao ha contestato “la visione speculativa su questioni di diritto”.
Il colpo di scena che aveva causato la falsa partenza per la manovra finanziaria era piovuta nella giornata di ieri. Come preventivato arrivata la prima notifica di impugnativa saltano tutti i conti paralizzando il percorso di una travagliata finanziaria.
Arrivano le impugnative
L’impugnativa del Consiglio dei Ministri delle variazioni di bilancio 2020 era stata stata notificata al governo Musumeci poche ore prima. A confermarlo è stato l’assessore all’Economia Gaetano Armao che ne ha dato informazione in aula rispondendo alla richiesta fatta dal pulpito alla Presidenza dell’Ars dal deputato del Pd, Antonello Cracolici. Armao ha sostenuto che si tratta di “un’impugnativa di tipo formale”, che non inficia i lavori sulla manovra finanziaria 2021, e che la notifica è arrivata per posta dopo che la manovra finanziaria era stata approvata in commissione Bilancio dell’Ars. Il presidente Miccichè ha consultato gli uffici dell’Ars, che hanno assicurato che si tratta di una impugnativa formale, per cui il presidente dell’Ars ha respinto la proposta di Pd e M5s di fermare la seduta per analizzare meglio l’impatto del provvedimento del CdM. “Mi fido dei miei uffici, mi faccio garante della prosecuzione dei lavori sulla manovra”, ha detto Miccichè. Il M5s ha sollevato anche la questione relativa alla mancanza del rendiconto per il 2019, approvato nei giorni scorsi dalla giunta dopo il ritiro in autotutela del primo documento sul quale la Procura della Corte dei conti aveva sollevato alcune anomalie.
Il percorso d’aula di ieri
Dopo aver garantito a Pd e M5s di vigilare sull’eventuale impatto dell’impugnativa del Cdm delle variazioni di bilancio 2020 sulla manovra finanziaria, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè si è irritato per alcune anomale presenti nell’art.3 (il primo ad essere trattato, l’1 e il 2 accantonati), sollevate da Pd e M5s e confermate dagli uffici, e non soddisfatto dalla risposta dell’assessore Gaetano Armao e da quella fornita dal presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona, ha chiuso la seduta parlamentare, rinviandola a domani. “Non posso andare avanti, sospendiamo i lavori della finanziaria. Si devono sistemare alcune cose. Io mi arrampico su tutti gli specchi del mondo ma così sciddico (scivolo) con tutti gli specchi”, ha detto Miccichè. “Invito nei miei uffici il presidente Savona e l’assessore Armao per i chiarimenti”, ha aggiunto Miccichè, rinviando la seduta alle 16 di oggi. E davanti alle proteste del capogruppo di Db, Alessandro Aricò, il presidente Miccichè ha risposto: “Venga pure lei nel mio ufficio”.
Miccichè vuole vederci chiaro
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha chiesto al governo Musumeci una relazione sugli effetti formali o non dell’impugnativa da parte del CdM alle variazioni di bilancio 2020. “Non appena l’avrò e i miei uffici mi forniranno la propria analisi ne darò formale comunicazione in aula”, ha detto Miccichè, rispondendo così alle richieste delle opposizioni.
Le opposizioni all’attacco
“L’ennesima falsa partenza per una finanziaria regionale senza fondamenta, che mostra ancora una volta come il governo, proceda improvvisando, ostinandosi, per altro, a non dare spiegazioni sul rendiconto 2019, sull’impugnativa dello Stato e sull’articolo 3 del ddl di stabilità. Aspetti non formali ma sostanziali a cui il governo deve rispondere per evitare ulteriori impugnative che paralizzerebbero la Regione” dice Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars.
“Su questi temi abbiamo chiesto in Aula chiarimenti che il governo non ha dato costringendo il presidente dell’Ars a
sospendere la seduta. Ci auguriamo che il presidente Musumeci, che non era presente ai lavori d’aula, si renda conto che i giorni passano ed in assenza di efficaci interventi legislativi, la Sicilia sprofonda nella crisi economica’, conclude.
“È brutto dire avevamo ragione, ma lo diciamo da settimane, i conti della finanziaria sono sballati. Altro che aiuti a imprenditori e partita iva, ora sono a rischio tutte le spese della Regione” affermano, invece, il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro e i componenti 5 stelle della commissione Bilancio Luigi Sunseri e Nuccio Di Paola.
“Al primo scoglio – dicono i tre deputati – la manovra si è arenata: già l’articolo 3, senza avere nemmeno trattato i
primi due, per una manciata di euro si è rivelato un ostacolo insormontabile. E non ci voleva avere la palla di vetro per prevederlo, il governo, e Armao in primis, se ne assumano ora le responsabilità davanti ai siciliani”.
“Finche’ il governo non ci relazionerà sull’impugnativa delle variazioni di bilancio – concludono – non ci sono le
condizioni per andare avanti. Vogliamo avere contezza che quanto denunciamo da tempo inascoltati non avrà ripercussione su conti della Regione”.
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