“Le proposte di modifica al Regolamento europeo sulla spedizione dei rifiuti, elaborate in seno alla Commissione ENVI e approvate dalla plenaria a Strasburgo a larga maggioranza, sosterranno efficacemente l’economia circolare, contrastando l’illegalità. Nello specifico, si tratta delle modifiche alla proposta pubblicata dalla Commissione europea nel novembre 2021, che prevede procedure e misure di controllo per la spedizione di rifiuti, a seconda dell’origine, della destinazione e del percorso di trasporto, del tipo di rifiuti spediti e del tipo di trattamento applicato alla destinazione”. Così in una nota Annalisa Tardino, europarlamentare siciliana e componente della Commissione ENVI (Ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare) del Parlamento europeo, in merito all’importante lavoro di revisione del Regolamento sulla spedizione dei rifiuti in vigore dal 2006.
La posizione del Parlamento, in vista dei negoziati interistituzionali, prevede un’ambiziosa revisione normativa che, se da una parte renderà più snelle le procedure per l’esportazione di tutti quei rifiuti che non danneggiano l’ambiente, dall’altra stringerà responsabilmente le maglie regolamentari, con l’intento determinato quanto coraggioso di arginare l’illegalità diffusa nel settore, pratica riscontrata e ampiamente documentata dalle istituzioni preposte.
In altre parole, si mira a trasformare i rifiuti in risorse nel mercato comune, rafforzando la lotta alla criminalità. Proposte che nascono dall’analisi dei dati reali, che parlano chiaro e che dimostrano come, nel tempo, il regolamento in vigore abbia manifestato tutta la propria incapacità a contrastare il traffico illecito di rifiuti, a causa di macroscopiche lacune, che hanno anche contribuito a scoraggiare quell’economia sana e virtuosa, che dovrebbe invece affermarsi nel settore della gestione dei rifiuti.
“Per offrire qualche dato, discutiamo di un giro di rifiuti esportati in paesi extra UE pari a 32,7 milioni di tonnellate l’anno, per il 2020, mentre 67 milioni circolano tra i vari Stati membri dell’Ue. Inoltre, secondo le statistiche a disposizione della stessa Commissione UE, la percentuale di export illegale oscillerebbe tra il 15% e il 30% del totale, per un volume d’affari illecito stimato in oltre 9,5 miliardi di euro annui. Cifre enormi, che ci hanno portato a definire norme più stringenti per le spedizioni al di fuori dell’Ue, con misure per la prevenzione e repressione delle spedizioni illegali”, dice la Tardino.
“Abbiamo lavorato anche in ottica propositiva, partendo dal tasso d’utilizzo circolare dei materiali (Cmu), che è ancora troppo basso sia in Ue (11,9%) che in Italia d (19,3%), proponendo di valorizzare l’utilizzo di materiali riciclati nell’UE, materiali che hanno un’impronta di carbonio molto inferiore rispetto alle materie prime vergini. Nelle prossime settimane cominceranno i negoziati con Commissione europea e Consiglio dell’Ue per raggiungere un accordo su un testo comune. Intendiamo creare un ambiente industriale europeo attraente per il riciclaggio, basato sulla legalità, che possa contare su un sistema digitale ambizioso e sicuro, a vantaggio dei cittadini e delle prossime generazioni”.