“Apprendiamo che in serata alcuni detenuti del carcere palermitano dell’Ucciardone, dopo aver sottratto le chiavi all’agente di polizia penitenziaria in servizio nella sezione detentiva, avrebbero aperto alcune celle e avrebbero sfregiato con un taglio sul volto un ristretto extracomunitario in quella che sarebbe stata una vera e propria spedizione punitiva. Immediatamente dopo, avrebbero restituito le chiavi e fatto rientro nelle rispettive celle”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
“Carceri in mano alla criminalità”
“Quanto accaduto, se confermato secondo la ricostruzione che ci è pervenuta, acclara che di fatto il controllo delle carceri è in mano alla criminalità che in qualsiasi momento può portare a termine i propri disegni criminosi, a prescindere dal diuturno impegno che, con profonda abnegazione, viene garantito dalle donne e dagli uomini del corpo di polizia penitenziaria, i quali tuttavia possono davvero poco restando di fatto abbandonati a sé stessi – aggiunge il segretario -. Mancanti di 18mila unità, sottoposti a turni massacranti, senza un apparato organizzativo degno di tal nome, con scarsissimi e inadeguati equipaggiamenti, stremati nel morale e nell’orgoglio di servitori dello Stato e, per giunta, esposti a procedimenti penali e disciplinari, con repentine sospensioni dal servizio quando, nonostante tutto, cercano a loro esclusivo rischio e pericolo di mantenere l’ordine e la sicurezza”.
La denuncia di De Fazio
“Tutto ciò mentre il ministro della giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni si mostrano affetti da annuncite cronica non riuscendo, o non volendo, produrre niente di significativo. Eventi come questo dimostrano, peraltro, l’inutilità di qualunque Gruppo d’Intervento Operativo (GIO) se prima non si mette in sicurezza il sistema. Cosa avrebbe fatto il GIO? Sarebbe accorso ad applicare i punti di sutura al detenuto sfregiato? Prima della repressione, bisogna pensare alla prevenzione e per farlo occorre potenziare gli organici al di là della propaganda di assunzioni che non bastano a coprire il turn over. A normativa vigente, nonostante le assunzioni di cui parla il governo, al 1° gennaio 2025 l’organico della Polizia penitenziaria avrà circa 500 unità in meno rispetto a un anno prima. Questo, sia chiaro, principalmente per il pressapochismo delle maggioranze parlamentari che si sono susseguite almeno negli ultimi 25 anni, ma che l’attuale non sta certo superando con la necessaria rapidità ed efficacia. Serve immediatamente deflazionare la densità detentiva, rimpinguare il numero degli agenti di polizia penitenziaria, assicurare l’assistenza sanitaria. Il carcere è ormai una pentola a pressione pronta a esplodere”, conclude De Fazio.
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