Una coppia veneziana ha sfidato tutti i divieti imposti dal coronavirus, e le norme di navigazione arrivando a Ustica pensando di essere arrivati a Lampedusa.
Venerdì nel primo pomeriggio a Ustica avvistano una barca a vela che si dirige verso il porto, è poco più del classico «guscio di noce», 6-7 metri, un «Mercury marine» del 1985.
Sulla banchina dell’isola inizia una certa animazione, in questo periodo il traffico navale si è praticamente azzerato, quello da diporto è praticamente scomparso dato che per arginare il covid-19 sono stati proibiti gli spostamenti, tranne quelli di forza maggiore.
Dopo pochi minuti, la barca arriva in banchina e trova all’ormeggio una pattuglia della stazione dei carabinieri di Ustica, che dipende dal compagnia San Lorenzo, ed il personale della guardia costiera.
A bordo ci sono due veneziani, lui poco più che quarantenne e lei di 27 anni. Sembrano arrivare dall’altro mondo (poi si vedrà che in realtà sono partiti da molto più vicino) e rispondendo alle domande degli investigatori, raccontano una storia incredibile. Dicono di essere partiti lo scorso gennaio, quando l’Italia e il resto del pianeta non erano ancora precipitati nell’incubo senza fine della pandemia.
Sembra passato chissà quanto tempo, invece erano appena tre mesi fa. Allora ognuno poteva pensare di andare in giro dove gli pareva e così la coppia aveva deciso di intraprendere un viaggio senza meta verso il sud. Vero o falso, chissà?
I carabinieri stanno verificando questa versione, poi nel frattempo è scoppiata l’epidemia ed i due non hanno potuto fare rientro al Nord. E così sono rimasti in giro dalle nostre parti, fino a quando hanno deciso di acquistare, o noleggiare ancora non è chiaro, una piccola barca a vela a Termini Imerese. Solo che l’imbarcazione è sprovvista di assicurazione e anche il «comandante» non avrebbe nemmeno la patente nautica.
Dettagli forse trascurabili per i sognatori e gli spiriti liberi in generale, ma non certo per la legge, tanto meno in un periodo come questo, nel quale viviamo tutti come se fossimo in libertà vigilata.
Così dopo una decina di ore di navigazione, il «guscio di noce» è approdato a Ustica, anche se i due passeggeri erano convinti di essere dalle parti di Lampedusa. Altro dettaglio poco più che «trascurabile». Quando i carabinieri hanno sentito questo racconto, quasi non potevano crederci. E infatti ancora non ci credono tanto che sono in corso indagini per verificare se il viaggio per mare dei due abbia in realtà un significato diverso e magari molto più prosaico. Si vedrà.
Nel frattempo la cronaca non può che registrare gli attuali risvolti della vicenda. I due veneziani sono stati multati per inosservanza del divieto di spostamento imposto dalle norme anti-contagio e la barca è stata sequestrata dato che non aveva assicurazione. Per i veneziani è così iniziata un’altra traversata, certamente meno idilliaca. Dopo essere stati rifocillati, scortati dai mezzi della guardia costiera, hanno fatto rotta verso Palermo. Qui come prevedono le ordinanze in vigore, hanno iniziato la quarantena, imposta a tutti coloro che arrivano in Sicilia dalle altre regioni d’Italia. Per ora sono in una struttura messa a disposizione dalle autorità sanitarie che sottoporranno i due anche ad tamponi.
La coppia ha almeno due settimane di tempo per ripensare al viaggio e all’approdo nell’isola… che c’è, ma era quella sbagliata.
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