Soldi regionali e dunque pubblici elargiti senza alcuna autorizzazione. Succede anche questo alla Regione, dove ci sono dirigenti o funzionari che acquistano beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa. E non si tratta di pochi spiccioli.
Il dipartimento Economia ha contabilizzato ben 21 milioni di euro. Un debito fuori bilancio sanato nella legge di assestamento approvata dall’Assemblea regionale alla fine dell’anno scorso. Ma al di là dell’aspetto contabile rimangono i dubbi per la mancanza di trasparenza nella gestione del denaro dei siciliani.
Se la contabilizzazione sta a cuore agli amministratori che temono la mannaia della Corte dei Conti, ai cittadini importa sapere come, quando e perché vengono spesi gli 11 miliardi di euro che la Regione in media incassa ogni anno da tributi e contributi dei siciliani.
I 21 milioni in questione sono solo una parte dei debiti fuori bilancio di cui si fa cenno nel rendiconto generale della Regione per il 2016, approvato dalla giunta Crocetta. Altri 40 mln, anche in questo caso già coperti, sono stati frutto di sentenze e provvedimenti giudiziari esecutivi emessi nei confronti della pubblica amministrazione. La Regione ha poi dovuto coprire un buco inaspettato, pari ad altri 4,4 milioni, prodotto dai disavanzi di enti, società e organismi controllati. Mentre le obbligazioni contratte durante la gestione dello spazio espositivo ‘Cluster biomediterraneo’ all’Expo di Milano nel 2015 sono costate alle casse pubbliche 2,6 mln di euro, soldi però che doveva essere compensati dagli incassi dei biglietti di quella fiera utilizzati subito dal bilancio regionale in modo diverso.
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