I giudici del tribunale del riesame di Palermo hanno scarcerato anche l’infermiere dell’Asp di Palermo Vito Cumella, sotto inchiesta per concussione. Si trovava agli arresti domiciliari per la vicenda legata ai soldi che insieme a dentista e a un odontotecnico avrebbe chiesto ad una anziana per sistemare una dentiera, intervento a carico del sistema nazionale sanitario. E’ stato accolto il ricorso dell’avvocato Giuseppe Di Stefano.
Già scarcerati medico e odontotecnico
Nei giorni scorsi era stata revocata la misura cautelare anche nei confronti dell’odontotecnico Sebastiano Lanza e dell’odontoiatra Giuseppe Guiglia. Sono tutti dipendenti dell’Asp di Palermo.
L’infermiere nel corso dell’interrogatorio di garanzia era stato l’unico dei tre a rispondere alle domande del gip. Ha detto al giudice che non
sapeva nulla della richiesta di denaro. Al momento della consegna delle banconote, ha aggiunto, si trovava in un altro reparto del presidio Luigi Biondo di via Gaetano La Loggia. Non lavora in pianta stabile in odontoiatria.
Secondo il legale, non c’erano più esigenze cautelare che giustificassero l’arresto. Dall’inquinamento delle prove alla reiterazione del reato.
La tesi dell’accusa
Secondo l’accusa i tre, abusando della loro qualità di incaricati di pubblico servizio, avrebbero preteso da un’anziana paziente la consegna di 100 euro in contanti.
Ma quella prestazione sanitaria in realtà sarebbe dovuta essere stata garantita gratuitamente alla paziente. Le indagini sono scattate subito dopo la denuncia presentata dalla donna. I carabinieri hanno anche recuperato le banconote che la paziente 84enne era stata costretta a corrispondere per ottenere un servizio pagato dal servizio sanitario nazionale.
Proprio il racconto dell’anziana avrebbe fatto luce sugli episodi. E’ stata lei a raccontare ai militari che quel pagamento in contanti, senza ricevuta e fuori dai locali dell’Asp non la convincevano. “Mi sono sempre rivolta all’Asp e non ho mai pagato”, disse.
L’Asp di Palermo si costituirà parte civile
“L’Asp di Palermo si costituirà parte civile nei procedimenti a carico dei 3 operatori del Pta Biondo arrestati dai carabinieri”. Lo ha detto il Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria, Daniela Faraoni, che ha aggiunto: “Se le accuse dovessero essere confermate, ci troveremmo di fronte ad un aberrante sistema di malaffare”.
“Saranno attivati, immediatamente, i procedimenti disciplinari del caso – ha concluso il Commissario straordinario dell’Asp – riservandoci di agire in tutte le sedi competenti”.
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