Soffocati da un gas tossico del quale l’ambiente era saturo. E’ la drammatica fine dei 5 operai morti a Casteldaccia in quella che ormai è chiaramente una strage sul lavoro. I dettagli dovranno essere ricostruiti da una indagine ma per i vigili del Fuco ci sono pochi dubbi.
Il comandante dei Vigili del fuoco
“Ci sono delle indagini in corso quindi non posso raccontare dettagli. Posso dirvi, però, che non c’è stato alcun crollo di solai o solette. Si sono trovati in un ambiente satura di gas tossico. Posso dirvi che il gas che abbiamo rilevato con le nostre strumentazioni è l’idrogeno solforato che è un gas tipico che si produce con la fermentazione del materiale organico di fognatura”.
Gas tossici oltre dieci volte il limite sopportabile
Nei cunicoli di quel pozzo di sollevamento c’era gas tossico per oltre dieci volte i limiti sopportabili dal corpo umano “La concentrazione del gas era tale da superare il fondo scala rilevabile dagli strumenti, quindi superava il valore cento”.
Di fatto l’inchiesta si concentrerà, adesso, sulle misure di precauzione. Il comandante dei Vigili del Fuoco non si sbilancia rispetto alle cause della tragedia proprio per rispetto del’indagine in corso ma non riesce ad evitare un commento “Non posso dire quel che dovrà essere verificato, ma se tutte le misure di sicurezza fossero state prese non racconteremmo di comunque morti”
Una manutenzione ordinaria
I lavori in appalto lungo la Strada Statale 113 erano stati predisposti a seguito delle ripetute segnalazioni degli ultimi giorni sulle anomalie della rete fognaria, nel tratto tra l’intersezione con via della Rotonda e la stazione di sollevamento denominata “Vini Corvo”. Un dettaglio, quest’ultimo, che aveva fatto pensare, inizialmente, che l’incidente fosse avvenuto all’interno delle adiacenti cantine Corvo.
Per la loro esecuzione Amap aveva incaricato la ditta Quadrifoglio Group. I lavori consistevano nel liberare i tratti fognari ostruiti. Opere iniziate il 29 aprile e proseguite sino alla tragedia.
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