Fondazione Merz, in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna di Palermo e il Festival delle Letterature Migranti, presenta in concomitanza con Manifesta 12 il progetto di Fatma Bucak (Iskenderun, 1984) So as to find the strength to see a cura di Maria Centonze, Lisa Parola e Agata Polizzi.
Con So as to find the strength to see la Fondazione Merz agisce su un doppio fronte: si inserisce in Punte brillanti di lance, un programma di mostre e appuntamenti avviato nel 2017 dalla Fondazione Merz per la Città di Palermo e prosegue il percorso iniziato a Torino a marzo 2018 con la grande mostra di Fatma Bucak, promossa dalla Fondazione Merz con la Fondazione Sardi per l’Arte. Il percorso espositivo palermitano è qui declinato appositamente per gli spazi della Galleria d’Arte Moderna di Palermo e sarà inaugurato mercoledì 17 ottobre 2018.
Il progetto dà avvio alla collaborazione tra la Fondazione Merz e la GAM – Galleria d’Arte Moderna e ribadisce la collaudata collaborazione tra la Fondazione e il Festival delle Letterature Migranti, avviata nel 2017 con l’installazione video di Gili Lavy a Palazzo Steri.
La mostra So as to find the strength to see sarà l’occasione per attivare una forte riflessione sociale e collettiva: nata in una cittadina nel Sud della Turchia vicina al confine con la Siria, Fatma Bucak lavora su temi quali l’identità, la violenza, la censura, la repressione, l’espropriazione, la migrazione e la mitologia religiosa; la sua storia personale e l’appartenenza alla minoranza curda in Turchia hanno contribuito a formare la sua poetica che sviluppa attraverso installazioni, performance, fotografie, video e ambienti sonori. Dall’osservazione dell’attuale scenario internazionale, nello specifico dell’area mediterranea, e dall’urgenza di una riflessione sulla storia contemporanea, nasce la volontà dell’artista di affermare con il proprio linguaggio artistico forme di resistenza culturali in contesti sempre più autocratici.
Il progetto, nella sua trasposizione palermitana, prevede una proiezione video di grande impatto emotivo e visivo inserita nel percorso della collezione storica della Galleria d’Arte Moderna e alcune installazioni in spazi interni ed esterni del Museo Civico, quali naturali punti di approdo per una ricerca intensamente connessa con i temi affrontati dal Festival delle letterature Migranti.
L’artista – raccontano i curatori – con il suo intervento riesce a dare voce a cronache dimenticate, narrazioni di pensieri inespressi, come un riesame delle “individualità” escluse dalla storia, di minoranze politiche o etniche e di strutture socio-culturali in opposizione al potere.
L’eterogeneità delle opere di Fatma Bucak ci ricorda che l’arte e la cultura sono concetti trasversali che si riferiscono alla memoria, all’identità e all’esperienza collettiva e che se comprendiamo l’arte come spazio dialettico e strumento di ri-significazione, nessuna immagine ha tanta potenza concettuale per rispondere alla crisi culturale che ci circonda e al fallimento di alcuni paradigmi della modernità.