“Le esternazioni del segretario generale del Comune di Palermo Antonio Le Donne in merito alle disfunzionalità legate all’organizzazione del lavoro in modalità agile confermano quanto il Collegio dei Geometri denuncia da tempo, con particolare attenzione rivolta al polo tecnico: la macchina amministrativa non risponde ai bisogni della collettività e ciò accadeva anche ben prima dell’emergenza sanitaria in atto”: con queste parole il presidente Carmelo Garofalo interviene a seguito delle lamentele del numero uno della burocrazia a Palazzo delle Aquile.
“Il segretario Le Donne, nell’ultima direttiva emanata – spiega il presidente del Collegio dei Geometri e Geometri laureati della provincia di Palermo – mette in luce le responsabilità dei dirigenti che, a suo dire, non sarebbero stati in grado di organizzare il lavoro da remoto in modo tale da garantire la stessa efficacia del lavoro in presenza”.
“A tal proposito, vale la pena di ricordare che i geometri, ormai da anni – precisa Garofalo – puntano il dito contro l’amministrazione comunale, incapace di dotare di un congruo numero di funzionari gli uffici tecnici: noi abbiamo sempre posto il problema del personale, anche sotto il profilo delle competenze”.
“ Neppure il lavoro in presenza, malgrado l’innegabile impegno manifestato da tanti dipendenti – aggiunge – è sempre sinonimo di efficacia ed efficienza: pertanto, il nostro suggerimento è quello di rivisitare in chiave critica la gestione complessiva della macchina comunale che, proprio in occasione del Covid 19, ha mostrato tutte le sue falle”.
“Se il Comune di Palermo avesse accolto i nostri numerosi inviti a digitalizzare i fascicoli edilizi – osserva – l’amministrazione non sperimenterebbe, oggi, la condizione caotica e fallimentare, dal punto di vista gestionale, che il segretario ha evidenziato”.
“Il Collegio – afferma Garofalo – sposa in pieno le ragioni di Le Donne e le critiche già mosse dall’ANCE: le stesse osservazioni che noi, da anni ormai, esterniamo pubblicamente anche per sensibilizzare l’opinione collettiva sulle difficoltà che le professionalità tecniche riscontrano interfacciandosi con la burocrazia”.
“Lo stallo delle pratiche del quale Le Donne parla non è certo un fenomeno recente – prosegue – e i danni che esso ha prodotto alle imprese, ai liberi professionisti e all’utenza sono incalcolabili: inutile auspicare la ripresa economica se non si riparte dal buon funzionamento degli uffici pubblici”.
“Il ricorso forzato al lavoro agile – commenta inoltre Garofalo – ha messo in luce l’impreparazione che, ad oggi, caratterizza molti uffici pubblici chiamati a fronteggiare emergenze inaspettate: un problema culturale, in primis, che rivela la distanza e l’assenza di familiarità ancora esistente tra gli enti locali e l’innovazione tecnologica”.
Sullo smart working il presidente chiarisce inoltre la posizione ufficiale del Collegio.
“Si tratta di uno strumento necessario in taluni casi – precisa – ma occorre prestare molta attenzione alle modalità con le quali viene organizzato: la flessibilità è una risorsa e non può diventare una scusa per giustificare il mancato espletamento dei servizi”.
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