E’ stato smantellato il padiglione Pensabene. Uno vero fortino impenetrabile allo Zen 2 a Palermo. Qui vivevano i capi dell’organizzazione.
Un triunvirato formato da Antonino Mazza, Salvatore Bonuna e Massimiliano Zarcone. Quest’ultimo è sposato con Elena Billeci, 41 anni, la donna che teneva la contabilità della banda di spacciatori. Ogi pusher aveva la sua paga.
Da cinquanta ad ottanta euro. Ogni giorno l’organizzazione incassava 2500 euro. “Si sono complimentati per l’operazione”, dice il capitano dei carabinieri Andrea Senes che comanda la compagnia di San Lorenzo.
“Non è stato semplice riuscire a compiere le indagini in quel fortino – aggiunge – Anche perché i pusher non utilizzavano telefonini e usavano dei binocoli per controllare il territorio”.
“E’ stata smantellata una vera e propria struttura piramidale finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Al vertice il triumvirato che gestisce l’organizzazione”, ha detto Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.
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In mezzo “i fiduciari – continua – che gestiscono i contatti con il livello più basso, composto dai pusher e dalle vedette”. I carabinieri hanno eseguito stanotte 24 ordinanze di custodia cautelare – 19 in carcere e 5 ai domiciliari, nell’ambito dell’operazione denominata “Teseo”.
“Gli arresti sono una sconfitta sociale – aggiunge Di Stasio – Per questo come carabinieri siamo impegnati con una serie di interventi mirati per cercare di aprire la caserma ai bambini del quartiere seguendo i bimbi nei compiti, organizzando una merenda. Un modo per essere vicini ai tanti abitanti che vivono con dignità nel quartiere”.
Con l’operazione di oggi è stata smantellata un’organizzazione tra le più vitali nel quartiere. Erano loro a gestire in gran parte il mercato dello stupefacente allo Zen 2. “I pusher agivano anche di mattina davanti i bambini della scuola elementare “Giovanni Falcone”, con tranquillità e sfacciataggine, quasi fosse normale un atteggiamento del genere, incuranti della presenza di bimbi e genitori – aggiunge Senes -. L’operazione odierna ha liberato la zona e reso accessibile un luogo di educazione come la scuola elementare”.
“Questa operazione – dice il comandante della stazione Zen Davide De Novellis – è dei risultati del progressivo processo di liberazione del quartiere, di restituzione della dignità al rione e ai suoi residenti che ne sono consapevoli e ce ne sono grati. Questo dimostra che certi luoghi comuni non hanno più senso e che lo Zen non è più da tempo una enclave impenetrabile e immodificabile”.
“Ogni volta che c’era un’operazione dei carabinieri con gli arresti erano i capi a scendere in piazza e dare garanzie a tutti che l’attività poteva proseguire”. A dirlo è il colonnello Marco Guerrini comandante del gruppo dei carabinieri di Palermo.
“Farsi vedere in mezzo ai padiglioni da tutti gli altri pusher ancora presenti e non arrestati dai Carabinieri, serviva per cercare di rassicurare la piazza dello spaccio e nello stesso tempo serviva – aggiunge – a dare un’immagine di potenza contro le operazioni che non scalfivano l’organizzazione”.
Quando i militari arrestavano un pusher poco dopo ne veniva assoldato un secondo. “Con pervicacia – aggiunge Guerrini – si reclutavano nuove leve tra persone nuove e poco conosciute che, reiterando la condotta criminale, assicuravano continuità ai lucrosi affari”.
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