“Sciascia aveva ragione. Il Pd tace”. Così due esponenti del Pd Siciliano, Massimo Ingiaimo ed Antonella Maggio, rispettivamente componenti dell assemblea nazionale e di quella regionale del partito, commentano gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto di Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia.
“Le ricostruzioni giornalistiche degli atti delle indagini – affermano – parlano di un vero sistema di potere in grado di condizionare la politica e attraverso questa fare affari, utilizzando il paravento dell’antimafia e di svolgere perfino un’attività di dossieraggio finalizzata al ricatto. Si tratta di fatti che se venissero accertati in giudizio sarebbero di una gravità assoluta che dimostrerebbero come ‘l’antimafia si è fatta potere’ ed il potere utilizzato per delinquere, proprio come aveva profetizzato Leonardo Sciascia”.
“L’inchiesta, a diverso titolo, – sottolineano i due esponenti Dem – coinvolge anche politici di primo piano come Rosario Crocetta, Linda Vancheri, Mariella Lo Bello, Maria Grazia Brandara e questo getta un’ombra sul governo Crocetta. Il danno maggiore, però, sarebbe quello immateriale arrecato ai tanti giovani che hanno creduto a queste icone antimafia, le hanno votate, sostenute ed emulate”.
“Questa terra – proseguono -, purtroppo, non si può permettere la morte dell’antimafia ed ora più che mai ha bisogno di un’antimafia dei fatti. Per questo motivo il Pd, il partito in cui alcuni di questi protagonisti hanno militato, con alterne vicende, con i cui voti sono stati in parte eletti, e che era il perno del governo regionale non può stare in silenzio, né può cavarsela dicendo – come ha fatto il segretario regionale – che alcuni assessori di Crocetta erano indiscutibili perché frutto di un patto politico elettorale”.
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