“Ho la pelle d’oca oggi nel ricoprire oggi a Palermo la stessa carica nell’anno in cui ricorrono i 40 anni dalla morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sono davvero emozionata”.
Lo ha detto il nuovo prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta che è stata funzionario per tanti anni in prefettura a Palermo, poi vicario a Siracusa, prefetto a Lecce e infine a Catanzaro.
“Proprio a Palermo ricordo ancora il 23 maggio 1992. Era il mio primo sabato da funzionario di turno. Ricordo ancora la frase del funzionario della sala operativa della polizia che mi informava della strage di Capaci.
“C’è stata una fortissima esplosione all’altezza della cementeria di Isola delle Femmine, casualmente passava da lì il giudice Giovanni Falcone” disse. Nessuno in quei momenti, in quei primi minuti poteva pensare che quello fosse stato un attentato organizzato dalla mafia per uccidere il magistrato, la moglie e gli agenti della scorta”.
“Dai giorni delle stragi credo che sia cambiato molto molto nella coscienza civile e negli anni la lotta alla mafia, grazie a tutto quello che seguì in termini di legislazione, è cambiata. Ma sappiamo che la mafia tende sempre a riorganizzarsi ed è viva e vegeta, anche se non ai livelli di 30 anni fa. Dobbiamo essere vigili e attenti”. Lo ha detto Maria Teresa Cucinotta nuovo prefetto di Palermo che oggi si è insediata nel capoluogo siciliano. “L’obiettivo è evitare che le mani della mafia possano arrivare in qualche modo ai fondi del Pnrr che sono importantissimi per noi e per il sud. Attenzione sul tema della certificazione antimafia, ma anche supporto ai comuni dal punto di vista burocratico e amministrativo per sviluppare le pratiche e seguire l’andamento dei lavori e, per quel che è possibile, che vengano rispettati i tempi indicati”.
“Abbiamo avuto una prima conversazione col primo cittadino, intendo istituire un tavolo aperto a tutte le istituzioni, alle forze dell’ordine e anche alle associazioni del terzo settore per mettere a frutto un’esperienza collettiva per poter superare questo problema e agire sinergicamente su questa tematica così grave che desta grande preoccupazione soprattutto per le scuole. Vogliamo individuare un percorso su come intervenire. Dobbiamo fare sistema”. Lo ha detto il nuovo prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta. “Si pone come ente che supplisce con i propri mezzi economici quelle che possono essere le difficoltà della gente – ha spiegato Cucinotta -. Dobbiamo stare attenti ed evitare che questa sia un’occasione per la mafia per rafforzarsi sul territorio. Facendo del disagio sociale, un mezzo per inserirsi ancor di più nel tessuto sociale”.
“Anche i giovani hanno subito un riflesso negativo dal periodo Covid. Adesso vanno incoraggiati, sostenuti ed educati, non necessariamente con bacchettate. Dobbiamo fare un lavoro importante con loro. Devono superare questo momento del post Covid. Il momento è difficile e con loro hanno bisogno aiuto anche le famiglie che hanno disagi di tipo economico. Il momento è di criticità, penso che noi dobbiamo lavorare molto per dare loro delle risposte”. Lo ha detto il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta che ha iniziato un dialogo con le istituzioni e le forze dell’ordine per contrastare la diffusione della droga in città, soprattutto del crack. “Spesso i giovani hanno delle reazioni scomposte perché non hanno chi li ascolta o un riferimento a cui potersi ispirare. Vanno ascoltati e vanno loro ricordate le regole del vivere civile che tutti noi rispettiamo – ha aggiunto il prefetto – Serve l’educazione che è la base della vita civile, se non siamo educati arrivano fino al concetto di mafia. La mafia non sorge per caso, ma è frutto di un percorso: se partiamo dall’educazione e dal rispetto per gli altri secondo me facciamo un lavoro a 360 gradi arrivando fino al rifiuto della criminalità. Questa è la strada che bisogna seguire”.