L’Orchestra Sinfonica Siciliana alza il sipario e stavolta non virtualmente ma dal vivo. Da giovedì 18 giugno a domenica 21 al via il ciclo “Sinfonica in sicurezza”. Quattro appuntamenti musicali, due serali, uno pomeridiano ed uno mattutino, ad ingresso gratuito.
La Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485 di Franz Schubert e la Sinfonia n.1 in do maggiore op. 21 di Ludwig van Beethoven sono le composizioni che apriranno questo ritorno alla musica dal vivo con Lorenzo Rovati, primo violino e maestro di concerto. Una ripartenza che coincide con la Festa della musica che si celebra domenica 21 giugno.
Un rientro in sicurezza: sanificazione degli ambienti prima e dopo lo spettacolo, obbligo di mascherine all’ingresso, posti per il pubblico ridotti (potranno entrare fino ad un massimo di 178 persone) tenendo conto delle distanze fisiche, prenotazioni online o telefoniche, distanziamento anche tra gli artisti, misurazione della temperatura.
“Torniamo alla normalità – commenta la presidente della FOSS, Maria Elena Volpes – non al lavoro perché lo siamo sempre stati durante i mesi di confinamento attraverso lo smart working, anche i musicisti. Il periodo di lockdown non ci ha demotivato, ci ha permesso di lavorare a progetti ambiziosi in vista della ripartenza così come cercare canali di comunicazione con il nostro pubblico più moderni ed immediati. SinfonicaTv è il frutto di questo lavoro, una risorsa che costituirà un valore aggiunto all’offerta musicale della FOSS”.
Con il ciclo “Sinfonica in sicurezza” ed i suoi primi quattro concerti gratuiti (diritto di prelazione agli abbonati) la FOSS vuole dare un segno di buon auspicio dopo il periodo triste e sospeso che abbiamo tutti vissuto. In una terza fase in cui lentamente si cerca di riappropriarsi di una nuova normalità, la musica dal vivo vuole essere un abbraccio collettivo.
“Abbiamo deciso di aprire al pubblico – spiega il sovrintendente Antonino Marcellino – perché ci sono tutte le condizioni di sicurezza per farlo. La nostra orchestra inoltre non si è mai fermata tanto che basteranno poche ma intense prove per essere pronti per il debutto di giovedì 18. Le partiture delle due sinfonie sono state già fornite ai professori molto tempo prima che si parlasse della riapertura. Siamo riusciti a mantenere un atteggiamento ottimista e propositivo che ci ha permesso di trovarci preparati in questa ripartenza”.
Il ciclo “Sinfonica in sicurezza” infatti proseguirà anche la settimana successiva mentre altre iniziative sono già in via di definizione.
Date e orari concerti:
Giovedì 18 giugno – ore 21
Venerdì 19 giugno – ore 21
Sabato 20 giugno – ore 17,30
Domenica 21 giugno – ore 11 (Festa della musica)
Prenotazioni telefoniche o via mail: Botteghino Politeama tel.091 6072532/533 (ore 9/13)
biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it
www.orchestrasinfonicasiciliana.it
Ingresso gratuito sino ad esaurimento di 178 posti.
Note sul concerto:
Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485
Il 1816 fu un anno particolarmente intenso e felice per Franz Schubert che, nonostante il faticoso e poco amato impiego come maestro di scuola, trovò il tempo per comporre alcuni dei più importanti capolavori della sua produzione musicale, tra i quali, insieme ad alcuni Lieder su testi di Goethe, figurano la Quarta sinfonia, completata ad aprile e intitolata Tragica dall’amico Schober, il Rondò per violino ed archi, una pagina preziosa, più cameristica che orchestrale, che non sfigura accanto alle sue opere più celebrate e per lungo tempo più famose, e la Quinta sinfonia terminata il 3 ottobre. Questa Sinfonia, che può essere considerata un gioiello riservato a pochi, quella ristretta cerchia di amici per i quali Schubert faceva eseguire in forma privata le sue composizioni, fu eseguita, per la prima volta nell’autunno del 1816 in casa di Otto Harwing, strumentista del Burgtheater, che diresse un’orchestra di dilettanti. La sinfonia, come molte altre opere del compositore austriaco, sarebbe diventata popolare dopo molti anni dalla sua morte essendo stata pubblicata a Lipsia dalla casa editrice Breitkopf & Hartel soltanto nel 1885.
Nella Quinta sinfonia e nel Rondò, composto contemporaneamente, Schubert s’ispirò al modello mozartiano, di cui si servì, da una parte, per sottrarsi alla pesante influenza di Beethoven, dall’altra, per rivelare il suo grande amore per le melodie del Salisburghese definite magiche e di cui diede efficace testimonianza in una pagina del suo diario scritta la sera del 13 giugno 1816:
“Questo giorno rimarrà sempre per me uno dei più sereni e più luminosi della mia vita. Come un’eco lontana mi risuonano le magiche melodie di Mozart. Nelle tenebre di questa vita ci mostrano un avvenire sereno e luminoso a cui aneliamo con fede. O Mozart, immortale Mozart, quanti raggi della luce avvenire tu hai dardeggiato nella nostra anima!”
Proprio i raggi del genio immortale di Mozart sembrano illuminare questa Sinfonia, che, per la delicatezza dell’organico leggero e quasi cameristico per l’assenza dei timpani e delle trombe, si presenta come un vero e proprio omaggio al compositore di Salisburgo.
Vivacità e brillantezza, caratteristiche fondamentali della Sinfonia, emergono già nel primo movimento, Allegro, in forma-sonata, le cui quattro misure d’introduzione formano un vero e proprio siparietto, che si alza grazie ai legni e ai primi violini ai quali è affidato il compito di introdurre con un disegno staccato il primo tema, di carattere gaio e spensierato. Alla spensieratezza del primo tema fa da pendant il carattere galante del secondo esposto, con leggerezza, dagli archi. Molto elegante è il secondo movimento, Andante con moto, diviso, dal punto di vista formale, in due sezioni e con un primo tema semplice e di carattere popolare, mentre il Minuetto è il movimento dove il modello mozartiano appare maggiormente seguito; il tema principale, secondo alcuni commentatori, ricorda, infatti, quello del Minuetto della Sinfonia in sol minore di Mozart. Caratteristiche più marcatamente schubertiane ha, invece, il Trio, nel quale appare un gentile tema di Ländler esposto dai violini. L’ultimo movimento, Allegro vivace, si evidenzia nella parte iniziale per una scrittura estremamente frizzante e brillante che ricorda lo stile rossiniano nel primo tema, a cui si contrappone il secondo, cantabile e grazioso.
Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21
Composta tra il 1799 e gli inizi del 1800 quando Beethoven era ormai sulla soglia dei trent’anni, la Sinfonia n. 1 in do maggiore si pone come un magnifico ponte tra la produzione di Haydn e Mozart, da una parte, e i suoi successivi lavori dall’altra. Grande sinfonista, Beethoven si accostò relativamente tardi a questa forma consapevole della difficoltà di introdurre novità in un genere nel quale era molto forte il peso della tradizione, rappresentata da Haydn che nel 1795 aveva presentato al pubblico inglese le sue due ultime sinfonie londinesi, la n. 103 col rullo di timpani e la n. 104 London. Tra il 1794 e il 1795 anche Beethoven aveva progettato di scrivere una sinfonia, ma, dopo aver lavorato ad un abbozzo alquanto frammentario di un primo movimento nella tonalità di do minore, decise di interrompere il lavoro per completare altre composizioni, riprendendolo appunto nel 1799. La Sinfonia fu eseguita, per la prima volta, sotto la direzione del compositore, il 2 aprile 1800 all’Hofburgtheater di Vienna in un’Accademia a beneficio di Beethoven che vendette personalmente i biglietti nella sua residenza dopo aver messo un regolare annuncio sulla «Wiener Zeitung» il 26 marzo 1800 che recitava:
“La Imperial Regia Direzione ha concesso il beneficio di un’Accademia nell’Imperial Regio Teatro di Corte al sig. van Beethoven. Questi rende noto allo spettabile pubblico che l’accademia è fissata per il 2 aprile. Palchi e posti riservati si possono ottenere i giorni 1 e 2 aprile presso il sig. van Beethoven al n. 241, Tiefen Garten, terzo piano”.
In questa prima esecuzione, che giunse al termine di un concerto di circa cinque ore in cui furono eseguite altre composizioni, la Sinfonia fu accolta favorevolmente sia dal pubblico che dalla stampa, come si apprende dalla recensione pubblicata sull’«Allgemeine Musikalische Zeitung»:
“Anche il Sig. Beethoven ha finalmente ottenuto il Teatro [l’ Hofburgtheater], ed è stata probabilmente l’Accademia più importante da lungo tempo a questa parte. Egli ha suonato un nuovo Concerto [molto probabilmente il Concerto n. 1 op. 15 per pianoforte] di sua composizione che comprende molte cose belle – soprattutto i primi due movimenti. Poi è stato eseguito un suo Settimino scritto con molto buon gusto e con sentimento. Indi ha improvvisato magistralmente [sull’Inno all’Imperatore di Haydn] e alla fine è stata eseguita una Sinfonia [la Sinfonia n. 1 op. 21 appunto] di sua composizione che ha rivelato molta arte, novità e ricchezza di idee”.
Questa Sinfonia, i cui elementi di novità convivono con altri legati alla tradizione, soprattutto nella parte introduttiva del primo movimento, Adagio molto, abbastanza ampia sebbene non raggiunga le proporzioni di quelle delle Londinesi di Haydn, è innovativa nella struttura tonale nella quale si evidenzia una certa ambiguità tonale ottenuta all’inizio con un’immediata, quanto transitoria modulazione alla sottodominante. Nell’Allegro con brio, in forma-sonata, traspaiono alcune caratteristiche del personale linguaggio beethoveniano nel contrasto dei due temi, dei quali il primo ricorda quello iniziale della Jupiter di Mozart, mentre il secondo si distende in disegni melodici affidati all’oboe e al flauto, che dialogano tra di loro. Proprio questo aspetto fu giudicato innovativo dalla critica, come è testimoniato dal rimprovero mosso a Beethoven dall’anonimo recensore dell’«Allgemeine Musikalische Zeitung» che notò un uso eccessivo dei legni. Più tradizionale è il secondo movimento, Andante cantabile con moto, anch’esso in forma-sonata, nel quale emerge, come tema principale, dalla voce dei secondi violini che la espongono inizialmente, una melodia gentile e aggraziata. Estremamente innovativo è, invece, il terzo movimento che, pur conservando il tradizionale titolo di Minuetto, è scritto in un andamento Allegro molto e vivace che lo allontana dalle corrispondenti pagine salottiere di Haydn e Mozart. L’ultimo movimento, aperto da una breve introduzione, Adagio, inesistente nei finali delle sinfonie di Haydn o di Mozart, si snoda in un brillante Allegro molto e vivace in forma di rondò, il cui primo tema è tratto dall’abbozzo della sinfonia progettata nel 1795.
Lorenzo Rovati, classe 1988, si avvicina allo studio del violino all’età di 4 anni. Diplomato col massimo dei voti al «Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano», si perfeziona con Felice Cusano alla Scuola di Musica di Fiesole e presso la Hochschule für Musik Nürnberg consegue il Diploma di Bachelor e Master sotto la guida di Daniel Gaede. Alla sua formazione contribuiscono anche Gerhard Schultz, W. Steude, Heime Müller, Gregory Ahss e F. Eichhorn. È vincitore di premi nazionali e internazionali come il “Mozartverein Kammermusikwettbewerb Nürnberg», «Concorso Internazionale di Musica da Camera di Cervo», «Concorso Internazionale Rivera Etrusca». Si è esibito in veste di solista e camerista in Italia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Svizzera, Svezia, Francia, Albania, Croazia. Nel 2008 è stato selezionato per un concerto in occasione del Bicentenario del Conservatorio di Milano, dove si è esibito in quintetto con il pianista Bruno Canino. Nel 2010 si è esibito in un concerto dei migliori studenti nell’«International Musik Forum Trenta» nella prestigiosa Brahms Saal del Musikverein a Vienna. Nel 2011 ha debuttato con il Concerto per Violino op.77 di J. Brahms accompagnato dalla «Westbohemischer Symphonieorchester». Dal 2013 è un componente del progetto Spira Mirabilis, con cui ha suonato in tutta Europa. Svolge un’intensa attività orchestrale, collaborando con l’Orchestre Philharmonique de Strasbourg, Camerata Nordica e in qualità di prima parte con il Teatro Carlo Felice di Genova. Da febbraio 2017 collabora in qualità di Spalla dei primi violini con l’Orchestra Sinfonica Siciliana.