Più soldi ai sindaci? Polemiche da rispedire al mittente. E’ chiaro il commento di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia.
“Negli ultimi mesi si sono susseguite moltissime polemiche sull’adeguamento delle indennità di funzione per gli amministratori locali che appaiono, a ben vedere, fuorvianti.Vogliamo ricordare, infatti, che a partire da gennaio 2022 l’incremento di tali indennità, previsto dalla Finanziaria varata dal Governo Draghi, è stato applicato uniformemente e pacificamente in tutti i comuni delle regioni a statuto ordinario, mentre in Sicilia nell’esercizio di competenza esclusiva in materia, una norma regionale ha recepito tale previsione senza dotare i Comuni delle relative risorse finanziarie”.
“La differenza fra quanto varato a livello nazionale e quanto invece stabilito in Sicilia sta nel fatto che, nel primo caso, i maggiori esborsi sono coerentemente finanziati dallo Stato con un fondo specifico, mentre la Regione Siciliana ha recepito la norma senza prevedere la corrispondente copertura finanziaria. Si contraddice, così, il principio generale in base al quale il riconoscimento uniforme della dignità istituzionale coincide con l’uniforme adeguamento delle indennità .
Mentre in Calabria e in tutte le altre regioni d’Italia non sussiste alcuna differenza tra i comuni in crisi finanziaria e tutti gli altri, in Sicilia qualcuno ritiene che la formulazione della norma regionale di recepimento possa legittimare dei distinguo non fondati in base alla vigente normativa.. Si rischia di affermare un paradosso che vìola il principio di eguaglianza e che porta a riconoscere dignità istituzionale ad alcuni piuttosto che ad altri.
Si trasferisce in tal modo sui sindaci, già gravati da responsabilità di ogni tipo, incomparabili con quelle di ogni altro titolare di cariche istituzionali, un ulteriore ed inaccettabile elemento di tensione sociale”.
Il governo nazionale e il governo regionale – concludono Orlando e Alvano- hanno e devono assumersi per intero la responsabilità di garantire anche a tutti i comuni dell’Isola le identiche condizioni già pacificamente affermate nel resto d’Italia. Questa vicenda rappresenta una ulteriore conferma di un quadro di mancata armonizzazione nei rapporti finanziari e normativi tra lo Stato, la Regione Siciliana e gli enti locali che si manifesta in numerosi altri ambiti e che delegittima la stessa speciale autonomia siciliana e trasforma la normalità in una faticosa conquista da raggiungere”.