“La Repubblica Italiana è chiamata a fare la sua parte, in occasione degli appuntamenti multilaterali dei prossimi mesi. Nel 2024, con la presidenza del G7, l’Italia avrà inoltre la possibilità di orientare l’agenda dei lavori verso un coordinamento con i Paesi partner con uno sguardo di lungo periodo. Sicurezza alimentare, clima, energia e investimenti in infrastrutture sostenibili saranno aree di interesse, con particolare riferimento al continente africano. È in gioco la prosperità dell’intero pianeta”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso in occasione del XVI Simposio Cotec Europa.

Il capo dello Stato ha parlato di diversi argomenti al Teatro Massimo di Palermo, sede dell’evento. Forte accenno al cambiamento climatico ed all’utilizzo delle risorse pubbliche per le sfide chiamate Ambiente e Salute. Argomenti caldi anche per la presidenza italiana del G27 del 2024. Ad aprire i lavori è stato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, a seguire la relazione del presidente dell’Assembla regionale siciliana Gaetano Galvagno e del governatore della Sicilia Renato Schifani. Presenti anche il Re di Spagna Filipe VI e il presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa. Intervenuto anche il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.

“Cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti”

“Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze del cambiamento climatico nella vita delle popolazioni, sempre più frequenti e pervasive soprattutto nelle aree più fragili del mondo. Vale per le isole a rischio di sommersione nel Pacifico così come per la desertificazione in atto in tante aree”. Ha sottolineato Mattarella.

“Risorse pubbliche per sfide ambiente e salute”

Ed ha continuato: “Una governance adeguata è, naturalmente, strumento chiave per vincere le sfide globali con cui ci confrontiamo, per mete collettive di progresso”. Mattarella ha poi continuato: “Si tratti dell’ambiente, della salute, dell’istruzione, della lotta alla povertà, della tutela dei diritti fondamentali, il combinato di tali sfide appare immane e certamente tale da necessitare non solo la mobilitazione di risorse di matrice pubblica ma anche il coinvolgimento della società civile e degli attori che in essa agiscono”.

“Paesi emergenti guidino transizione verde”

E parlando di transizione verde ha ricordato: “Non possiamo farci guidare soltanto dalle emergenze. L’impegno nella realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite richiama a un’azione ad ampio raggio, in grado di coinvolgere più attori possibili. L’impegno è quello della transizione verso un nuovo assetto, verso una crescita sostenibile, a confronto con la trasformazione climatica e con la sostenibilità sociale. Una transizione che riguarda anche i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo. Appare del tutto incongruo, infatti, che questi Paesi accettino di pagare il prezzo ambientale e sociale che ha pesato sui Paesi di più remota industrializzazione nel loro percorso di crescita, invece di inserirsi nel gruppo di testa che guida il cambiamento, evitando quei costi ambientali e sociali”.

“Spagna, Portogallo, Italia ed Ue possono avere ruolo importante”

“Occorre proseguire una riflessione condivisa sulle innovazioni che effettivamente possano sostenere un’agenda di accelerazione verso gli obiettivi delineati in sede Onu. Sull’insieme di queste tematiche, Spagna, Portogallo, Italia, con l’Unione Europea, possono assolvere a un ruolo importante. Anzitutto quella di favorire il consolidamento e l’integrazione delle finanze pubbliche dei Paesi emergenti, anche per aumentare la loro capacità di attrarre finanziamenti internazionali destinati all’ammodernamento sostenibile. In secondo luogo, cogliere l’opportunità di finanziare la formazione, la ricerca e l’applicazione di nuove tecnologie nei Paesi partner incoraggiando l’innovazione e sostenendo l’imprenditorialità”. Sottolinea Sergio Mattarella nel suo discorso in occasione del XVI Simposio Cotec Europa.

“È – ha aggiunto – la diplomazia della crescita, della crescita sostenibile, che identifica anzitutto nel capitale umano la forza trainante di un futuro fatto di sostenibilità, innovazione e inclusività. La circolazione del sapere costituisce il principale volano per lo sviluppo economico e il rafforzamento istituzionale. Investire in formazione, in ricerca, significa, dunque, creare le premesse per la crescita materiale e umana”.

“Guerra in Ucraina rallenta l’economia”

Impossibile non parlare della Guerra in Ucraina. Una spina nel fianco dell’economia di tutto il mondo non solo della zona Ue.

Queste le parole del capo dello Stato: “Se la crescita dell’economia globale negli ultimi decenni ha riversato qualche stilla di risorse verso le aree meno fortunate, pandemia e rinnovate tensioni internazionali, a partire dalla guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’indipendenza dell’Ucraina, hanno provocato un rallentamento delle economie, con una contrazione delle capacità di spesa in tutti i Paesi e soprattutto in quelli a più basso reddito”.

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