“A tutt’oggi, 19 agosto 2021, nessuna nuova indicazione da Amap sui livelli alti di alluminio. In data 10 agosto – giorno dell’ultimo comunicato stampa emesso dall’azienda – si affermava che costantemente sarebbero state fornite notizie chiare e circostanziate sullo stato di effettiva potabilità dell’acqua“. Lo dichiara la consigliera del Movimento 5 Stelle, Concetta Amella.

Comunicazione assente

“Poiché non è ancora pervenuto alcun aggiornamento sullo stato delle cose – attacca Amella – , e in considerazione del forte disagio subito da diversi quartieri della città, si chiede ad Amap di rendere noto in che termini si sia sviluppata la situazione e se sia finalmente pervenuti alla risoluzione del problema”.

Acqua non potabile, Amap non pervenuta

“Laddove, infatti, perdurassero le condizioni di non potabilità delle acque anche per il permanere di temperature decisamente proibitive, si esorta Amap ad ovviare al disservizio dirottando, qualora fosse possibile, verso i quartieri coinvolti dalla problematica, acqua potabile proveniente da altri serbatoi e non più da quello di Monte Grifone. Confidando in nuove e tempestive informazioni da parte dell’azienda, si rimane in attesa della parola fine”.

Le zone interessate

La mappa aggiornata delle zone alimentate dal Serbatoio di Monte Grifone riguarda i rioni Noce, Zisa, Calatafimi, Basile, Roccella, Belmonte Chiavelli e Bonagia. Da quasi venti giorni però, nonostante il problema segnalato dall’ASP di Palermo, nessuna novità.

In questi quartieri alcuni cittadini hanno “ovviato” riempiendo bidoni di acqua in fontane potabili situate in altre zone della città, o andando da parenti a “rifornirsi”. L’acqua con alluminio non è idonea al consumo umano: non va bevuta, né utilizzata per lavare gli alimenti o per l’igiene personale, come lavarsi i denti o il cavo orale.

L’ultima nota dell’Amap

“L’evoluzione della problematica legata alla presenza di alluminio nell’acqua è costantemente monitorata dall’Amap. La situazione eccezionale che si è venuta a creare – ha spiegato nove giorni fa l’Amministratore Unico Alessandro Di Martino – è dipesa, come è noto, dall’eccezionale ondata di calore che ha colpito il nostro territorio e che influisce sui processi chimici di potabilizzazione. La Società, forte della recente collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, sta mettendo in atto delle variazioni ai processi di potabilizzazione in modo tale da ridurre, per quanto possibile, il tenore dell’alluminio nell’acqua distribuita in rete. Proprio su indicazione dell’ISS si stanno testando diverse variazioni dei processi, che hanno già dato risultati, riducendo la presenza di alluminio nelle acque”.

Rimborsi ai cittadini

L’Amministratore Unico precisava: “Desidero rassicurare gli utenti sul fatto che l’azienda, in base alle vigenti delibere dell’ARERA (Autorità di regolazione energia, reti e ambiente), provvederà al calcolo automatico di rimborsi per i disagi subiti, sotto forma di riduzione tariffaria nelle prossime bollette”. E’ un meccanismo automatico che scatta nel caso di emissione di ordinanze di divieto o limitazione d’uso dell’acqua potabile.

Ma proprio su questo meccanismo ha sollevato dubbi la consigliera Giulia Argiroffi: “Allora perché non rimborsano pure per la mancata depurazione?”. Il riferimento è alla maxi inchiesta in cui l’Amap è indagata (insieme all’assessora Maria Prestigiacomo) per i fanghi e percolato sversati in mare a Palermo e Provincia.

 

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