Il convegno di Sicindustria sui collegamenti fra la Provincia e il capoluogo siciliano

“Siamo indietro di 40 anni”, dalla Pedemontana alle ferrovie, le proposte per la viabilità di Palermo

Dalla Pedemontana al bypass sull’A29, passando per un collegamento diretto sotterraneo fra il porto di Palermo e la Circonvallazione. Di questo e di tanto altro si è discusso nel convegno dal titolo “Da Punta Raisi a Termini Imerese, la mobilità del futuro è già cantierabile”. L’evento è stato organizzato da Sicindustria Palermo e ha visto il coinvolgimento dei principali portatori d’interessi del capoluogo siciliano: dal Comune di Palermo alla Regione Siciliana, da Gesap all’Autorità Portuale della Sicilia Occidentale. Durante il dibattito è stato mostrato un video relativo ai disagi vissuti da automobilisti e camionisti ogni giorno nell’attraversamento della città. Una vera piaga che, a giudizio di buona parte degli intervenuti, limita non solo la mobilità ma anche le possibilità di sviluppo economico di Palermo.

Focus su viale Regione Siciliana

Un tavolo tecnico nel quale si è discusso di tre proposte concrete per migliorare la viabilità intercittadina, con conseguenze positive dirette per l’intero traffico metropolitano ed isolano. Il focus principale ha interessato viale Regione Siciliana. L’arteria stradale è la più trafficata di Palermo, con tempi di percorrenza vicini all’ora. Ogni anno, il raccordo autostradale fra A19 e A29 viene attraversato da qualcosa come 55 milioni di mezzi, molti dei quali sono camion o autocarri. Un problema che determina difficoltà nel raggiungere i poli economici e logistici della città, come il porto o lo scalo Falcone-Borsellino.

Problemi che a giudizio di Giuseppe Russello, presidente di Sicindustria Palermo, sono associabili ad un ritardo imperdonabile accumulato sulle opere pubbliche. “E’ una città che per decenni non ha più investito in infrastrutture. Abbiamo alcune linee del tram. Ma da sole non bastano senza un sistema integrato. Noi non abbiamo nè ricette nè abbiamo la presunzione di risolvere i problemi. Vogliamo stimolare una riflessione che porti, da qui a qualche anno, a risultati concreti”.

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Il progetto della Pedemontana

A presentare tecnicamente i progetti è stato Tullio Giuffrè, docente dell’Università Korè di Enna. Tre in particolare le idee sottoposte all’attenzione della politica e dei principali stakeholder economici di Palermo. A prendersi la scena è stata chiaramente la Pedemontana. Un’opera mastodontica ed ambiziosa allo stesso tempo che dovrebbe rappresentare un collegamento diretto alternativo fra A19 e A29 fuori dallo spazio cittadino, costeggiando i monti della Conca d’Oro di Palermo. Fatto che, secondo l’esperto, avrebbe una ricaduta positiva sul PIL dell’area d’intervento. “La Pedemontana è una struttura strategica non solo per Palermo, ma anche per tutte l’area metropolitana e regionale“, ha commentato il professore universitario, il quale ha poi illustrato gli altri due progetti.

Il collegamento diretto fra porto e circonvallazione

Il primo riguarda un collegamento diretto, attraverso un tunnel sotterraneo, fra piazza Giachery e la Zona Industriale di viale Regione Siciliana. Viadotto necessario a favorire l’ingresso di mezzi pesanti in città diretti al porto di Palermo. Fatto sul quale ha espresso il suo pensiero Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale. “Pensare di servire la città di Palermo attraverso il porto, con le attuali strade a disposizione, è quasi impossibile. Avevamo consigliato di ricorrere ad un collegamento con il raccordo autostradale che potesse sfruttare una parte dello specchio acqueo. Purtroppo il progetto si è arenato. Oggi si parla di Pedemontana. Comunque è impensabile continuare a ragionare su volumi in crescita, con la capacità della città di creare nuova economia, con i mezzi pesanti che sono poi costretti a passare in mezzo alla città”.

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Il bypass per snellire il traffico da e verso l’aeroporto

Il secondo progetto interessa invece un bypass autostradale sull’A29 Palermo-Mazara del Vallo, in particolare sul tratto autostradale fra Isola delle Femmine e Capaci, il quale finisce ingolfato puntualmente durante le ore di punta o nei rientri dei weekend. Fatto su cui non uso mezzi termini l’amministratore delegato di Gesap Vito Riggio. “Siamo in ritardo di almeno quarant’anni. Io ho fatto parte nel 1980 di un progetto della Cassa del Mezzogiorno che prevedeva collegamenti simili”.

Poi il focus sullo scalo di Punta Raisi. “L’aeroporto è stato stretto da una serie di costruzioni abusivi. Mi sarei aspettato un’azione più decisa sulla terza corsia che probabilmente si è rinunciato a farla per non dovere combattere con gli abusivi. So che c’è un progetto che risale all’ex assessore Lorello (la Pedemontana n.d.r.) che adesso viene ripescato. E’ complicato. Bisogna fare un giro largo. Non si è riusciti ad andare sotto, come avrebbe voluto fare Lunardi, non si è riusciti ad andare sopra. A Palermo non si riesce a fare niente. Sarebbe un miracolo se questi progetti fossero davvero cantierabili“.

Cosa è stato fatto e cosa c’è da fare

Qualcosa è stato già fatto, come sottolineato dall’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò. “I progetti di cui si parla coincidono con i provvedimenti messi in campo dal Governo Schifani nei primi diciotto mesi. Si parla del traffico veicolare in Circonvallazione, su cui abbiamo messo in piedi la progettazione della Pedemontana. Si parla del ponte Corleone. Un tappo di viabilità sul quale abbiamo trovato 17,5 milioni per finanziare il raddoppio che verrà consegnato alla città nei prossimi due anni”.

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