“Il decreto Sostegni approvato pochi giorni fa dal governo Draghi non risponde alle aspettative e lascia le imprese del turismo, messe al tappeto da questa pandemia, con un pugno di mosche in mano“. Il delegato di Sicindustria per il settore ‘Alberghi e Turismo’, Giuseppe Corvaia, non ha dubbi: “Anche questo Dl risponde ad una logica assistenzialistica che non risolve alcun problema. Per essere più chiari, facciamo parlare i numeri“.
I ristori non possono risollevare le sorti di un’azienda
“Se, solo a titolo esemplificativo, un’azienda ha subìto un calo di 800 mila euro di fatturato, passando da 900 a 100 mila euro dal 2019 al 2020, in base a quanto previsto dall’articolo 1 comma 5 lettera c, avrà diritto a un bonus di 26.666,66 – sostiene – È ipotizzabile che un ristoro di poco più di 26 mila euro, a fronte di un calo di fatturato di 800mila, possa risollevare le sorti dell’azienda beneficiaria? È pensabile che, in questo scenario, quando sarà possibile riaprire i battenti, quest’azienda possa ripartire? Qualcuno ha davvero idea di quanti costi abbia sostenuto e quanti debiti abbia finora accumulato un’impresa a causa del lockdown legittimamente imposto come misura di contenimento della pandemia? A giudicare dalle cure proposte, forse no… Eppure lo stesso premier Draghi ha detto che il turismo è un settore su cui vale la pena di investire perché tornerà ad essere una industria prospera e in grado fare bene”.
Necessari provvedimenti per la continuità aziendale
Per Corvaia sono necessari “provvedimenti e misure che salvaguardino innanzitutto la continuità aziendale, pena fallimenti e perdita irreversibile di posti di lavori, che sono tanti: e quindi chiediamo provvedimenti che consentano di (ri)consolidare a lungo termine i debiti tributari e previdenziali scaduti; di dotare le aziende del settore dei necessari mezzi finanziari affinché i debiti a breve siano prontamente pagati”. E ancora, “provvedimenti di ricapitalizzazione che servano a consentire alle aziende, certamente allo stato notevolmente sottocapitalizzate, di dotarsi di mezzi finanziari freschi permanenti mediante accesso a prestiti partecipativi o altre forme di indebitamento di durata almeno 15 anni, e di incentivazione di partnership pubbliche temporanee nell’ambito di interventi comunque volti al riequilibrio economico-finanziario”.
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