- Chi sale e chi scende fra i siciliani
- Fuori dal governo i possibili candidati
- Cosa succede col governo tecnico
La possibilità che dalla crisi nasca un governo guidato dall’ex Presidente della Banca centrale Europea Mario Draghi è ancora lontana. Il Presidente incaricato ha accettato solo poche ore fa, con riserva, il mandato conferitogli dal Presidente Mattarella ma subito è scattata al corsa a salire sull’eventuale carro del vincitore.
La Sicilia non fa eccezione, anzi è sempre in prima linea nel chiacchiericcio politico di questi momenti nel Paese come in ogni circostanza che lo permetta.
Così il primo effetto da valutare è quello su chi rischia di non ritrovarsi più una poltrona su cui sedere o, se vogliamo, un incarico da ricoprire. Perchè in alcuni casi, bisogna dirlo, c’è chi ha lavorato testa bassa per cercare i risultati.
Chi scende
I primi due nomi di siciliani che rischiano di non trovare spazio in un eventuale governo Draghi sono quelli del Pd Giuseppe Provenzano. L’attuale Ministro per il Sud non sarebbe confermato in una ipotesi Draghi per mille motivi di natura politica e di opportunità. Da tempo il nome di Provenzano circola come probabile candidato alla Presidenza della regione fra poco meno di due anni e dunque in un governo tecnico difficilmente Draghi lo vorrebbe mettere in una posizione che politicamente gli possa dare un vantaggio. Non è una questione, in questo caso, di avversità personale ma solo di credibilità tecnica di un simile governo che deve parlare con tutti, in tutti gli schieramenti da Bruxelles fino a Palermo
Da candidato a diventare Ministro del Conte Ter a candidato ad uscire dalla squadra sembra essere l’ex Vice Presidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri. Anche lui possibile candidato alla Presidenza della regione fra meno di due anni, seguirebbe lo stesso ragionamento . Si tratta, poi, di un fedelissimo di Luigi Di Maio che in questa operazione non è certamente in prima linea. Tutta la sua area pentastellata questa scelta la subisce anche se non se ne discosta troppo allo stato dell’arte
Chi sale
In casa 5 stelle ci sono, però, due nomi che potrebbero resistere all’ondata del cambiamento. Si tratta di Giorgio Trizzino che potrebbe guadagnarsi un ruolo nel governo e di Steni Di Piazza che potrebbe mantenere quello di sottosegretario al Lavoro. I due palermitani appartengono all’area pentastellata che è intenzionata a sostenere l’idea di Draghi Premier. Trizzino si è espresso in maniera inequivocabile in questa direzione e questo potrebbe valergli un posto.
Le alleanze
Molto dipenderà, adesso, dagli accordi, La maggioranza che si andrà a formare dovrebbe essere ‘istituzionale’ dunque mettere dentro tutti. Non è cosa semplice ma non è neanche cosa impossibile. Se così fosse qualcosa spetterà a quella che attualmente è l’opposizione.
I tecnici
Esiste una ipotesi molto suggestiva, quella che Mario Draghi vari un governo esclusivamente di tecnici affidando alla politica i posti da sottosegretario. In questo caso torna a circolare un nome che di recente è tornato a far sentire la propria voce nelle cronache locali e nazionali ovvero quello dell’ex Presidente del Senato, il forzista Renato Schifani che potrebbe essere reclutato per lavorare al progetto di riforme che accompagnerebbe il governo Draghi.
Tutte ipotesi che attualmente valgono giusto una chiacchiera davanti al caffè del mattino
Le reazioni
“Le forze politiche che non dovessero aderire all’appello accorato e intenso del presidente Sergio Mattarella ne risponderanno alla loro coscienza e agli italiani. Mi rivolgo alla mia coalizione, quella di centrodestra, perché sono fiducioso e so che alla fine prevarrà la responsabilità, il buon senso, l’amore per il nostro meraviglioso Paese. Mario Draghi, what else? Mario Draghi, cos’altro potevamo augurarci in una congiuntura drammatica, con un’emergenza infinita sotto il profilo sanitario, economico e occupazionale? Non è il momento di preservare eventuali rendite di posizione o percentuali buone per i sondaggi. Le forze liberali e democratiche, dopo una parentesi lunghissima di incompetenza e improvvisazione al potere, hanno l’occasione di dare un contributo essenziale e di sostenere un Premier come Draghi che il mondo ci invidia. Cos’altro propongono i suoi detrattori? Quale nome?” Così Saverio Romano leader di Cantiere Popolare
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