E’ iniziata la corsa a sindaco di Palermo e prosegue il gioco delle candidature. Ci riproverà certamente Fabrizio Ferrandelli, battuto da Leoluca Orlando – che probabilmente si ricandiderà – al ballottaggio di 4 anni fa. Ma circolano anche altri nomi.
Quali saranno i candidati che si sfideranno nell’agone politico del capoluogo della Sicilia la prossima primavera?
In attesa che si facciano avanti gli intraprendenti concorrenti per la poltrona di primo cittadino, gli schieramenti politici affilano le armi.
E’ il caso degli esponenti di Noi con Salvini, il cui referente provinciale Francesco Vozza, ha ieri fatto il nome del ‘corteggiato’: si tratta niente di meno che di Vittorio Sgarbi, l’irruento critico d’arte ed ex sindaco di Salemi.
Questa la motivazione della ‘nomination’: “Nelle ultime settimane, diversi politici si sono detti pronti a candidarsi alla carica di sindaco di Palermo (Scoma, Romano e Ferrandelli). Inoltre, pare che anche il disastroso Orlando voglia riprovarci. Noi salviniani, però, crediamo che questa città meriti di qualcosa di meglio: stiamo, perciò, pensando a Vittorio Sgarbi come candidato”.
Vozza è stato tuttavia cauto:”Ovviamente si tratta solo di un’idea da discutere con il segretario nazionale di NcS, Angelo Attaguile, ed il nostro leader, Matteo Salvini, per poi proporla ufficialmente al diretto interessato. Ciò nonostante, siamo certi che un uomo d’eccezione e dalle grandi capacità come Sgarbi potrebbe essere la persona giusta per risollevare le sorti della nostra città. Già nella giornata di domani (oggi, ndr), avremo un incontro con gli amici di Fratelli d’Italia e Azione Nazionale nel corso del quale discuteremo con loro di quest’idea.”
Sgarbi, raggiunto telefonicamente da BlogSicilia, declina l’invito, e con poche parole (contrariamente alla sua abitudine di indiscussa loquacità) congeda i Salviniani spiegando le ragioni, che sono sostanzialmente due.
“Ringrazio molto Vozza – dice – ma rifiuto senza esitazioni. La Lega benché cambiata rispetto al passato non ha una concezione universale dell’elettorato”.
Ma il motivo del diniego è legato soprattutto all’amarezza, che Sgarbi non nasconde ed anzi rimarca, per l’esperienza politica in Sicilia.
“Ho deciso fermamente – riferisce ancora – di non fare più nulla che abbia affinità con incarichi pubblici in Sicilia.
E’ una regione totalmente irrecuperabile perché danneggiata dallo Stato. Prima l’ha messa in ginocchio la mafia, e ora lo sta facendo lo Stato, con tutta una serie di prefetti e commissari antimafia carrieristi.
Nella vostra isola c’è una situazione che mi fa orrore, in Sicilia tutto è compromesso dalla violenza esercitata dallo Stato contro i suoi cittadini. Ed io non voglio essere complice dello Stato in azioni che sono contro ogni rispetto delle persone”.
Conclusa dunque ogni esperienza politica? Sicuramente in Sicilia, chissà in altre regioni. Sgarbi non nasconde di aver ricevuto analoghi inviti a candidarsi “da altri che avrebbero una posizione più mediana”.
Ma si ricandiderebbe altrove, ad esempio nella sua Emilia Romagna? Non è escluso.
“Nella mia regione – conclude con una punta di orgoglio – è tutto diverso. Lì potrei valutare una candidatura con condizioni diverse. E poi lì non ci sono gli innumerevoli handicap della Sicilia di cui purtroppo patite…”
Vittorio Sgarbi è stato sindaco di Salemi dal 30 giugno 2008 al 15 febbraio 2012, quando la cittadina venne commissariata per presunte infiltrazioni mafiose.
Nel maggio 2014 tornò a candidarsi, ancora a Salemi “per vendetta contro lo Stato mafioso e per riscattare l’onore dei salemitani”. Ottenne 1569 voti, 388 in meno rispetto al sindaco eletto, Domenico Venuti del Pd.
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