- Non ancora trasmessi all’Ars bilancio e legge di stabilità
- La norma approvata dalla giunta prevede la riforma della spesa
- Per rispettare l’accordo con lo Stato stop al turn over e tagli alle pensioni
- Rischiano di risultare inutili i concorsi annunciati
- Chi paga il prezzo dei tagli
L’accordo con lo Stato c’è e il disavanzo da 1,7 miliardi di euro si potrà spalmare in dieci anni. Questo libererà risorse per oltre 400 milioni quest’anno sempre che la Corte dei Conti parifichi senza ulteriori aggiustamenti il rendiconto generale 2019 che è ancor ain bilico.
Un conto salato da pagare
Ma tutto questo non sarà gratis. Alla Regione, intesa come l’intera isola e non solo come la macchina poltico – burocratica – istituzionale, tutto questo costerà caro. Almeno stando alla bozza di bilancio di previsione 2021 e finanziaria regionale. La Legge di stabilità approvata dalla giunta venerdì scorso non è ancora stata trasmessa all’ars che la attende per poter iniziare la sua analisi. A prescindere dai tempi sempr epiù risicati per giungere ad una approvazione entro il 28 febbraio come da accordo con lo stato e per evitare un nuovo ricorsoa ll’esercizio provvisorio, è il contenuto di questa manovra a creare tensioni politiche e sociali.
L’accordo con lo Stato e la riforma della spesa
L’accordo con lo Stato, infatti, prevede la riforma della spesa regionale che in una parola significa tagli. E la regione si prepara a farli questi tagli nello stile già visto ai tempi del governo Lombardo. Non a caso l’assessore all’economia è di nuovo lo stesso, Gaetano Armao.
I tagli lacrime e sangue
Ma i tagli sono stati richiesti da Roma come condizione per concedere la dilazione di ripiano del disavanzo. Un po’ come accaduto anche ai tempi del governo Crocetta quando i tagli vennero scaricati in una consistente macelleria sociale senza precedenti in Sicilia.
Ecco chi paga il prezzo fra giovani e pensionati
A pagare il prezzo dei nuovi tagli saranno i pensionati della Regione da un lato e i giovani che speravano in un posto di lavoro pubblico dall’altro.
Per i pensionati regionali si presenta un contributo di solidarietà per le pensioni superiori a 1546 euro. Il contributo sarà progressivo e verrà trattenuto alla fonte. Di fattosi tratta di un taglio che nella media andrà dalle 20 alle 50 euro ma che arriverà fino quasi a 80 euro per le pensioni superiori ai 5000 euro al mese. In percentuale il contributo di solidarietà andrà dallo 0,25% fino all’1,5%. Niente di preoccupanti per i redditi più alti.
L’altra misura impopolare sarà il nuovo blocco del turn over. Di fatto non si potranno sostituire i dipendentic he vanno in pensione. In una Regione che già adesso lamenta l’insufficienza di personale nei prossimi anni andrnno in pensione circa 500 persone che non potranno essere sostituite e di fatto si bloccheranno almeno 300 assunzioni. Ma di contro ai dirigenti di alta fascia che gestiscono fondi europei viene consentito di restare in servzio anche oltre il limite pensionabile mantenendo anche il lviello restributivo massimo. la misura è giustificata con l’esisgenza di completare l’impiego dei programmi comunitari in corso.
L’aumento di tasse e balzelli sul turismo
Infine la mazzata sul turismo con l’obbligo di un codice di autorizzazione epr le strutture ricettive e multe fino a 2500 euro al giorno a chi non lo esibisce oltre all’aumento dei canoni demaniali. Non proprio un toccasana per aziende colpite violentemente dalla crisi da Covid19
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