In sette le Regioni sono state individuate aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: si tratta di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Si legge nelle tavole allegate alla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee. In Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta.
Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleari derivanti dalle centrali dismesse. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni.
Sono dunque quattro le aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti nucleari in Sicilia e protesta Coldiretti. “Tra Castellana Sicula e Petralia Sottana, Trapani, Calatafimi-Segesta e Butera le aree sono non solo fortemente agricole ma anche caratterizzate da un patrimonio paesaggistico, storico e culturale che va salvaguardato”.
“L’allarme globale provocato dal coronavirus – aggiunge Coldiretti Sicilia – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro. L’idea di mettere scorie nucleari nella nostra Regione, in aree dove da anni si lavora sul potenziamento delle caratteristiche ambientali, è paradossale e bisogna attivarsi subito perché non succeda”, conclude Coldiretti Sicilia.
Nell’isola c’è già chi chiama alla mobilitazione generale. A parlare è Luigi Sturniolo, portavoce di Antudo – rete dei comitati per l’indipendenza della Sicilia: “Chiamiamo tutti i siciliani e le siciliane a mobilitarsi contro questo nuovo progetto di morte e devastazione ambientale che lo Stato italiano vuole riservare alla nostra isola senza il consenso popolare. I luoghi selezionati come idonei, peraltro, non rispettano neppure i criteri dettati dall’Ispra nel 2014. Per citarne alcuni: dovevano essere luoghi poco abitati, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischi di frane e alluvioni; non a quote troppo elevate (non oltre i 700 metri sul livello del mare), non su pendenze eccessive, non troppo vicine al mare; abbastanza vicine ad autostrade e ferrovie per poter essere raggiunte comodamente dai carichi di materiale da stoccarvi; lontane da zone legate a produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico. Se volessimo guardare anche solo a due dei Comuni scelti – Petralia Sottana e Castellana – che si trovano nel complesso montuoso delle Madonie, non rispettano quasi nessuno di questi criteri. Eppure si trovano in quella lista”.
Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima annuncia intanto una interpellanza urgente. “Siamo contro inutili allarmismi-dice Aricò- ma il principio di tutelare la nostra salute è inderogabile e sarà oggetto di tutte le azioni necessarie affinché sia rispettato e difeso”. Anche il M5S all’Ars ribadisce il secco rifiuto di fare della’isola un deposito di stoccaggio di rifiuti nucleari. Per questo due anni fa aveva presentato una mozione, (primo firmatario Nuccio Di Paola), approvata all’unanimità dall’Aula, che impegnava il governo regionale “a dichiarare denuclearizzato l’intero territorio della Regione Siciliana, ad imporvi l’assoluto divieto allo stoccaggio e al transito di scorie nucleari e a dichiarare la totale contrarietà all’individuazione della Sicilia come sede di deposito nazionale per i rifiuti radioattivi”.
“Vorremmo capire – dice Di Paola- cosa ha fatto Musumeci in questi due anni per non tramutare in carta straccia, come purtroppo troppo spesso avviene con le mozioni – la volontà del Parlamento siciliano. Se non ha fatto nulla, come crediamo, recuperi l tempo perso, ci sono ancora i margini per farlo. Altri presidenti di Regione hanno preso posizione, perché la Sicilia non lo ha fatto?”