Stop alle tensioni con il Presidente della Regione Renato Schifani. Dentro Forza Italia c’è un problema di correnti ma c’è una emergenza politica ben più importante. Serve un nuovo compromesso storico (il primo, quello fra Dc e Partito Comunista la storia ci insegna che non si realizzò mai nei fatti e nella forma) che metta insieme tutti i centristi moderati, guardando anche a sinistra, per fermare lo strapotere della destra.
A parlare è Gianfranco Miccichè, ex Presidente dell’Ars ed ex coordinatore degli azzurri in Sicilia, oggi deputato regionale dopo aver scelto di restare e non optare per il Parlamento nazionale, ospite di Talk Sicilia, la trasmissione di approfondimento di BlogSicilia, in avvio della nuova stagione.
La Sicilia può e deve essere ancora una volta laboratorio politico e dar vita ad un centro forte che sia alternativo ad una destra piglia tutto. Non necessariamente per soppiantarla, ma anche semplicemente per trattare con essa da una posizione politica non subalterna. E a dar vita ad una simile alleanza potrebbe essere quel che resta di Forza Italia dopo Berlusconi. Un partito che rischia, diversamente, di sparire.
“Può essere Renato Schifani a mettere insieme queste forze e a passare alla storia politica di questo Paese realizzando un nuovo grande soggetto politico di centro – dice Miccichè che precisa – non cerco posti per me, metto solo a disposizione la mia analisi e lancia una idea, un suggerimento: Schifani deve solo trovare il coraggio di farlo”
Le parole esatte di Miccichè
“Mi sembra che la Meloni stia cominciando a far da se molto senza tener conto degli alleati, prescindendo da essi. E ogni giorno c’è uno scontro tra Salvini, Crosetto sul generale Vannucci, Tajani e Meloni, sulle tasse, sulle banche. . Non è una maggioranza facile da reggere. Finché c’era Berlusconi, che era comunque quello che alla fine chiamava tutti attorno a un tavolo e trovava sempre la mediazione. Oggi questa figura è venuta meno.
Lo stesso tipo di problema abbiamo in Forza Italia, mentre prima qualsiasi problema, comunque alla fine finiva sul tavolo di Berlusconi che prendeva una decisione, oggi non mi sembra che sia più così.
Forza Italia un tempo aveva il ruolo che aveva Berlusconi a Roma, cioè comunque attorno a un tavolo normalmente convocato da Forza Italia per trovare la soluzione a tutti i problemi, cioè la suddivisione dei sotto governi, dei conflitti, compiti, delle deleghe.
Il generale Vannucci e il diritto d’opinione
!Quello che sta succedendo con il generale Vannucci è emblematico – dice Miccichè – Crosetto non può destituirlo. Quello che dice Vannucci per me è abominevole ma non esiste un reato di opinione in questo Paese. Altrimenti c’è davvero un rischio fascismo. Anche se non condivido quello che dice Vannucci ha il diritto di dirlo. E se fa bene il suo lavoro non può essere destituito per quello che pensa” è la sintesi del pensiero di Miccichè
“Destituirlo è abuso di potere. Non le puoi fare certe cose. Il che non significa che io sono a favore a quel che dice il generale. Io sono esattamente all’opposto. Sono uno che sono più di sinistra che non di destra”.
Il passaggio guardando alle Europee
“Credo che le liti, le diatribe, gli scontri che ci sono in questo momento fra il presidente della Regione ed il governo nazionale, nascano proprio dalla preoccupazione che tocca il governo nazionale di una un rafforzamento del centro qui in Sicilia”. Insomma, secondo Miccichè, sono loro, i meloniani, che hanno paura che qui si faccia il centro. “Ma allora forse dovremmo avere il coraggio di fare un’azione forte e cioè chiamare attorno a un tavolo il centro lasciando fuori la Meloni. Non uscendo dal governo, ci mancherebbe altro. Il governo è quello che ha votato la gente: quello è e quello rimane, ma iniziando a fare ragionamenti. Cioè se Forza Italia si facesse promotrice di alcuni incontri con gli altri centristi e poi decidesse, insieme proprio agli altri centristi, senza nessun capo, senza nessuno protagonista rispetto agli altri, di puntare su un candidato alle europee. Questo candidato, certamente non solo vincerebbe, ma si sarebbe realmente messo un punto fermo su un possibile cambiamento reale a favore della moderazione, a favore del centrismo che, partendo dalla Sicilia, andrebbe verso tutta l’Italia.
Le tensioni fra Schifani e Fratelli d’Italia sono evidenti
D’altronde le tensioni fra Fratelli d’Italia e il Presidente Schifani sono evidenti. Solo il Presidente dovrebbe avere il coraggio di fare un passo in più. Per fare, l’ultimo esempio rispetto alla cronaca di queste ore, quando Trantino (il sindaco di Catania ndr) propone lo scioglimento del consiglio d’amministrazione dell’aeroporto di Catania, come dire, è un’altra provocazione. Comunque la si voglia vedere, nuovo o vecchio che sia, quel consiglio d’amministrazione rappresenta una parte della maggioranza, non certo l’opposizione”.
Il primo passo verso il futuro
“Il futuro in questo Paese potrà cominciare solo nel momento in cui su avrà il coraggio reale da parte di qualcuno che conta, qualche personaggio nazionale importante o anche regionale, di distinguersi e mettere insieme le forze democratiche dalla sinistra alla destra. E oggi la Sicilia è l’unico posto dove questo è possibile”.
La palla a Schifani
“Se Schifani fosse vuole rimanere nella storia potrebbe lasciare un segnale vero. Questi problemi, che ha con la Meloni, li deve far emergere di più di quanto non faccia già: deve cambiare il governo. Se oggi lui dicesse approfittiamo del fatto che non ci piace in questo momento il nostro rapporto con la Meloni e scriviamo un programma che guardi al futuro, che parta dall’Europa e che porti, attraverso le europee, a un nuovo protagonismo di un nuovo centro. Se ci fosse questa forza, questo coraggio, questa intelligenza di fare questo tipo di operazione, io credo che Schifani passerebbe alla storia e la Sicilia sarebbe protagonista di un cambiamento reale che potrà esserci in Italia”.
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