Palermo

Sanatoria per immobili confiscati alla mafia sulle coste, spiragli all’Ars

L’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) sta discutendo una nuova legge urbanistica che potrebbe consentire la sanatoria di immobili situati entro i 150 metri dalla battigia. La norma riguarda specificamente i beni confiscati alla criminalità organizzata e trasferiti agli enti locali.

Condizioni per la sanatoria

La sanatoria sarebbe applicabile solo agli immobili per i quali Comuni, Liberi Consorzi, Città Metropolitane e Regione abbiano dichiarato “prevalenti interessi pubblici ostativi alla loro demolizione”. Una disposizione che ha riaperto il dibattito sul condono edilizio in aree costiere, un tema controverso che tocca uno dei principi cardine della legge del 1976 che ha introdotto i vincoli urbanistici.

Precedenti tentativi di condono

In precedenza, un articolo proposto da Fratelli d’Italia, che mirava a riaprire il condono del 1985 per circa 200.000 immobili abusivi costruiti tra il 1976 e il 1983, era stato stralciato dalla legge. L’articolo 14 del disegno di legge al voto prevede di consentire la sanatoria per i beni immobili «trasferiti per finalità istituzionali dalla “Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata” al patrimonio indisponibile di Comuni, Liberi consorzi, Città metropolitane e Regione, che abbiano dichiarato l’esistenza di prevalenti interessi pubblici ostativi alla loro demolizione».

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E si lavora sulle province

La coalizione di centrodestra sta pianificando una mossa rapida, con un margine di appena due settimane, per modificare il sistema elettorale delle ex Province siciliane. L’obiettivo, discusso in un vertice a Palazzo d’Orleans, è cancellare le imminenti elezioni di secondo livello, previste per il 15 dicembre, e far approvare all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) una legge che ripristini l’elezione diretta di presidenti e consiglieri.
Questa strategia, sebbene complessa dal punto di vista tecnico-giuridico, avrebbe un impatto politico significativo. L’attuale sistema prevede che solo sindaci e consiglieri comunali votino per i presidenti e le assemblee dei Liberi Consorzi (che hanno sostituito le Province) e per i consigli metropolitani, mentre i sindaci dei capoluoghi assumono automaticamente la guida delle Città Metropolitane. Il centrodestra, però, nutre preoccupazioni, in particolare i rappresentanti di Fratelli d’Italia, riguardo alla possibilità che i sindaci, non pienamente controllabili dai partiti, formino alleanze trasversali in occasione delle elezioni, vanificando le strategie politiche della coalizione.

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