• Stato di calamità naturale in Sicilia
  • Vertici con i sindaci etnei
  • Chiesto incontro urgente alla Protezione civile nazionale

Una riunione urgente della Unità di crisi nazionale della Protezione civile e l’impiego dei soldati dell’Esercito nelle aree rurali. È la richiesta urgente che il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha avanzato a Roma per far fronte alla difficile situazione creatasi nell’Isola in questi giorni, su due diversi fronti: la incessante caduta di cenere vulcanica sui centri etnei e i numerosi incendi, quasi tutti di origine dolosa, sviluppatisi in modo particolare nella Sicilia orientale. Le fiamme, favorite dal vento e dall’alta temperatura, interessano soprattutto le province di Enna, nel Troinese, Siracusa e Ragusa; impegnati tre canadair statali, gli otto elicotteri della Regione e tutti i reparti a terra dei vigili del fuoco, dell’Antincendio regionale e del volontariato di Protezione civile.

Dichiarato lo stato di Calamità naturale

Da questa mattina, lunedì, alle 11, al PalaRegione di Catania il presidente Musumeci incontrerà i sindaci del versante etneo per concordare assieme alcune iniziative per attenuare i disagi determinati dalla caduta di cenere, che mette a dura prova la qualità di vita degli abitanti di alcune decine di Comuni e pregiudica parte della produzione agricola.

“Abbiamo deliberato la richiesta dello stato di calamità – afferma Musumeci – ma temo che a Roma non abbiano ancora compreso la gravità della situazione. Quanti agli incendi, abbiamo impegnato tutti i nostri uomini e mezzi. Ma da soli, di fronte alla tracotanza dei piromani, possiamo fare ben poco. Ci vorrebbe la galera a vita per questi delinquenti”.

Ieri l’attacco alla gestione dell’emergenza

Ma  già da ieri c’è chi, invece, punta il dito sulla Regione. “Antincendio nel caos in Sicilia, mancano i direttori delle operazioni di spegnimento e le direttive per il 2021 non sono state emanate” attaccano il Sadirs e l’Ugl additando il Comando corpo forestale e il presidente Musumeci per non avere ancora individuato questa figura creata per legge dal governo Conte e sollecitata di recente dal presidente Draghi.

La nota al governo

Nella nota a firma di Fulvio Pantano e Carmelo Raineri del Sadirs e Gerlando Mazza ed Ernesto Lo Verso dell’Ugl, inviata anche al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno, i sindacati spiegano che “se durante uno spegnimento incendi, visto che i direttori operano in responsabilità, oltre a dover rispondere di eventuali danni ambientali e materiali “ci scappa il morto”, a finire di fronte all’Autorità giudiziaria come imputato non ci vanno né i politici, né i “burocrati”, ma il personale che ha svolto le funzioni di direttore con l’aggravante di averlo fatto senza esserne abilitato”.

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